da Roma
«Sono convinto che farebbero bene a correre dal giudice loro stessi», dice di Massimo DAlema e Piero Fassino Antonio Di Pietro. In ogni caso, lItalia dei valori, spiega il ministro delle Infrastrutture, voterà sì allutilizzo delle intercettazioni, che «vanno utilizzate nei confronti di tutti». Una scelta da fare senza «ricorrere, come si sente spesso da altri, ad alcun sofisma». Dopo la stoccata, lo zuccherino. Se Fassino e DAlema seguissero il suo consiglio, diventerebbe «evidente quel che per me lo è già: la loro estraneità ai fatti». Poi, ai microfoni di Sky Tg24, di nuovo una stoccata: «Le critiche degli avvocati di DAlema al gip Clementina Forleo sono strumentali rispetto a chi non vuole accettare il primato della magistratura in materia giudiziaria». E tornato per un attimo pm, Di Pietro aggiunge che «prendersela con il Gip è prendersela con chi motiva un reato commesso da alcune persone che addirittura patteggiando ammettono il fatto». Il responsabile Giustizia dello Sdi Enrico Buemi difende invece la sua proposta di respingere come «irricevibili» le ordinanze del gip Clementina Forleo e accusa Ds e Dl di non avere «il coraggio politico» di sposare questa tesi. Mentre il capogruppo dellUlivo al Senato Anna Finocchiaro, molto vicina a DAlema, è daccordo con il ministro degli Esteri nel ritenere opportuno che, prima che la Giunta decida, si aspetti il 24 ottobre, quando la Consulta si pronuncerà in merito alla legittimità di alcune parti della legge Boato sullimmunità parlamentare.
Di diverso avviso Gerardo DAmbrosio, per il quale la sentenza della Consulta e la decisione della giunta per le autorizzazioni «sono due cose che vanno separate». Lex procuratore di Milano, ora senatore Ds, ritiene che liniziativa, che definisce «singolare», di Clementina Forleo sia «andata oltre quelle che erano le richieste del Pm, che chiedeva di utilizzare le intercettazioni nei confronti di Consorte».
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