Di Pietro insulta il Cav: "Lui e Frattini conigli" E Fini se la ride in aula

Nel dibattito alla Camera sulla Libia, show dell'ex pm: dà del "giullare" a Frattini, che lascia l'aula, poi insulta Berlusconi. Fini ride: "Non contesto la parola coniglio"

Di Pietro insulta il Cav: 
"Lui e Frattini conigli" 
E Fini se la ride in aula

Roma - I soliti insulti, la solita pagliacciata. Mentre il parlamento deve decidere il proprio ruolo nella guerra contro la Libia, il solito Antonio Di Pietro prende la parola a Montecitorio per insultare il presidente del Consiglio e il governo. In aula volano gli impropreri. Giullare di qua, coniglio di là. E il presidente della Camera che fa? Se la ride. Gianfranco Fini interviene per dare un blando freno agli insulti dell'ex pm, ma subito precisa: "Non contesto la parola coniglio...". Di Pietro incassa, soddisfatto, il sostegno della terza carica dello Stato e si frega le mani: "Prendo atto che la pensa come me...". 

Era stata una mattinata relativamente calma, con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che aveva applaudito il parlamento per aver trovato la convergenza su un tema tanto caldo: l'intervento italiano in Libia. Frattini aveva incassato il plauso e aveva accolto entrambe le mozioni, quella della maggioranza e quella dell'opposizione, invitando a evitare divisioni interne per il bene del Paese. Mancava soltanto il voto dei deputati. E' stato proprio in quel momento che l'Idv ha sferrato l'attacco alzandoo il tono dello dibattito e trasformandolo in un vero e proprio attacco al governo.

A vedere Di Pietro sbraitare a Montecitorio qualcuno avrà pure creduto di trovarsi al mercato. Urla da stadio, con relativi insulti. "Il comportamento del Governo - ha spiegato il leader dell'Idv - è passato da un eccesso all’altro, soprattutto quello di Berlusconi che prima giocava a fare il guascone, giocava a cavalli e gheddafine, pensando che fare il presidente del Consiglio è come stare nel sottoscala di Arcore a fare il 'bunga bunga' mentre ora interviene militarmente". Ma il vero bersaglio di Di Pietro è il ministro degli Esteri. Lo ha accusato di essere "elogiato" Gheddafi e gli dà, più volte, del "giullare". A Montecitorio è subito scoppiata la bagarre: la maggioranza ha chiesto a Fini che Di Pietro porti maggiore rispetto al ministro. Inutile. Così Frattini si è alzato dal banco del governo abbandonando polemicamente l’Emiciclo. 

Solo quando il titolare della Farnesina ha lasciato l'aula e le proteste della maggioranza si sono fatte pressanti, il presidente Fini è intervenuto invitando il leader dell’Idv "a adoperare un linguaggio consono a questa Aula". Da qui è nato un prima botta e risposta con Di Pietro con Fini che non ha preso le difese del ministro assente: "Chi esce dall’Aula si assume la responsabilità di quello che fa". A quel punto Di Pietro ha dilagato prendendo il "la" per scagliarsi anche contro il presidente Berlusconi: "E' un coniglio. E lo è anche Frattini, che è scappato". Fini ha subito ribadito il richiamo a un linguaggio più adeguato all’Aula ma, ridendo sotto i baffi, ha precisato che non è "coniglio" l’espressione contestata. A quel punto la replica del leader Idv è stata fulminea: "Prendo atto che la pensa come me". Solo al termine dello show dell'ex pm Frattini è rientrato in aula spegnendo qualsiasi polemica: "Non commento perché direi una brutta parola e non uso dirle...".

Insomma, un vero e proprio siparietto. Tra una battuta e l’altra, tra un assist e una sceneggiata dipietrista, viene da chiedersi chi, in questo Parlamento, si candidi a fare il comico e chi la spalla. Il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone, parla di "brutto spettacolo che i cittadini sapranno valutare". Ma Di Pietro non si scusa e rincara: "Incommentabile è l’atteggiamento del ministro Frattini, il quale è uscito dall’aula durante il mio intervento". Da qui poi il dibattito non può che degenerare.

Per dirla con le parole della senatrice Ombretta Colli: "Quando parla Di Pietro bisognerebbe fare come gli struzzi, non come i conigli, e infilare la testa sotto la sabbia. Pronunciare parole simili in un momento così delicato per la vita del Paese è invece da maiali".

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