Roma - Meno male che Antonio Di Pietro ha assicurato che sabato prossimo sarà in piazza, ma non contro il presidente della Repubblica: «Ma non diciamo sciocchezze...», rispondeva piccato a un cronista che gli chiedeva conto delle sue prossime mosse.
Tonino arringherà una folla di violacei imbufaliti con Napolitano per aver firmato il decreto salva liste, tanto che hanno già stampato delle t-shirt sbeffeggianti: «Pertini non l’avrebbe firmato» e «Napolitano, il peggior capo dello Stato degli ultimi 150 anni». Ma no, non sarà una manifestazione contro il presidente della Repubblica. Antonio Di Pietro ha soltanto definito la vicenda del decreto interpretativo «una sporca faccenda», tale da permettere di «valutare se non ci siano gli estremi per promuovere l’impeachment nei confronti di Napolitano per aver violato il suo ruolo e le sue funzioni». Ma no, non sarà una manifestazione contro il presidente della Repubblica.
Di Pietro, siccome Napolitano avrebbe collaborato per cambiare le regole del gioco mentre la partita era aperta, lo ha definito «correo», cioè responsabile di un delitto. Ma no, non sarà una manifestazione contro il presidente della Repubblica. Di Pietro ha soltanto detto, e si presume che lo ribadirà in piazza, che «Napolitano s’è messo a ruota del Pdl mortificando la sua funzione e il suo ruolo». Ma no, non sarà una manifestazione contro il presidente della Repubblica. Qualcuno, del Pd, s’è imbarazzato a sentire tutte quelle bordate al Colle e ha provato a frenarlo. Ma lui: «Fa male constatare che alcuni si siano riempiti di ipocrisia sostenendo che il capo dello Stato non avrebbe potuto fare diversamente. Certo che avrebbe potuto fare diversamente: evitare questo sfregio alla legalità e questo strappo alla Costituzione». Ma no, non sarà una manifestazione contro il presidente della Repubblica. Eppure, il capo dello Stato, aveva pure spiegato i motivi di quella firma. Commento di Di Pietro: «Inconcepibile e democraticamente pericolosa la sua giustificazione». Ma no, non sarà una manifestazione contro il presidente della Repubblica.
La metafora calcistica corre ancora in aiuto per chi vuol capire meglio: «È stato fatto un fallo grave alla democrazia e alla Costituzione: ci saremmo aspettati un intervento dell’arbitro per sancire il fallo. Nessun passo indietro per quanto riguarda le mie valutazioni sul mancato ruolo dell’arbitro». Ma no, non sarà una manifestazione contro il presidente della Repubblica. Insomma: «Gli amici del Pd - dice le cose pane al pane e vino al vino, Tonino - abbiano il coraggio di riconoscere che il capo dello Stato ha avallato con la sua firma un comportamento illegittimo e anticostituzionale». Ma no, non sarà una manifestazione contro il presidente della Repubblica.
E ancora, sfogliando il manuale di storia, Di Pietro pesca la similitudine adatta: «Napolitano? È come Vittorio Emanuele III che non fermò Mussolini quando fece la marcia su Roma». Ma non sarà una manifestazione contro il presidente della Repubblica.
In piazza, poi, ci saranno pure i Micromediani, i Travaglianti, i Grillanti, i lettori del Fatto quotidiano, giornale che l’altro giorno stroncava il Quirinale con una finta lettera di Napolitano: «Care pirla e cari pirla...
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