Ma Di Pietro ricorda come usava i voli di Stato quand’era ministro?

Caro direttore,
Di Pietro accusa Berlusconi di favorire la sua casta sui voli di Stato, lasciando a bocca asciutta quella della sinistra. Siamo alle solite: guarda sempre l’altro e mai se stesso. Probabilmente non si percepisce neppure. Perché Di Pietro non dichiara alla nazione, e soprattutto ai suoi elettori, che da quando è a Roma la sua vita economica è migliorata a dismisura? Oggi sì che ne prende di soldi dagli italiani! A sinistra neppure si accorgono che da parecchi decenni praticano soltanto il borghesismo, mentre fanno intendere ai creduloni che lavorano per loro. Perché Berlusconi, oltre a ridurre gli sprechi nella politica, fino ad oggi soltanto sulla carta, non riduce gli stipendi di tutti i politici? Si pensi che un consigliere circoscrizionale di una grande città sottrae al popolo almeno 850 euro circa ogni mese, molto di più di una pensione minima. Caro direttore, non le pare che bisognerebbe vergognarsi? Anche se i «politici» di professione non sanno più che cosa significhi vergognarsi. Si pensi che addirittura ottengono permessi retribuiti dal proprio lavoro per le riunioni in Circoscrizione. Questo è un furto.

Cara Cinzia, per quanto riguarda le circoscrizioni in effetti sono uno scandalo. Come avrà visto lo abbiamo appena denunciato con una severa pagina che ci ha confezionato Stefano Lorenzetto. Per quanto riguarda i costi della casta, beh, non si può dire che ci siamo mai risparmiati nella denuncia: adesso si tratta di passare dalle parole ai fatti. Il governo ha annunciato un disegno di legge d’iniziativa popolare per ridurre il numero dei parlamentari e un codice delle autonomie che spolperà gli sprechi delle province: è un buon inizio, no? Ora vigileremo che tutto ciò si attui, e in fretta. Per quanto riguarda i voli di Stato, da cui parte la sua invettiva, mi lasci però dire che si è trattata di una sterile polemicuccia elettorale messa in piedi all’ultimo momento dall’opposizione, dopo che avevano clamorosamente fallito la via del gossip, Noemi&veline. L’Unità e Repubblica hanno montato un paio di servizi da prima pagina, la sinistra s’è come al solito appecoronata, il Codacons s’è prestato a fare da testa di legno e ha presentato un esposto, la magistratura ha aperto un’inchiesta a tre giorni dal voto. Toh, sai che novità: un’inchiesta su Berlusconi prima di andare alle urne... L’inchiesta, con tutta probabilità (sono gli stessi giudici a dirlo), finirà archiviata. E lo stesso D’Avanzo su Repubblica s’è accorto che, alla fine, la manovra aerea spericolata si è trasformata nell’ennesimo autogol. Nella furia distruttrice, non sono mancati i momenti da Ridolini. L’altro ieri, per esempio, l’Unità ha accusato Berlusconi anche di aver usato i suoi jet privati come aerei di Stato: succhia i soldi dei contribuenti, tuonava il quotidiano fondato da Gramsci. E il Pd, naturalmente andava al traino, accusando il premier di essere «un’idrovora» di denaro pubblico. Siccome è stato rapidamente dimostrato che i jet privati in realtà venivano pagati personalmente da Berlusconi, ieri nel suo editoriale sull’Unità Concita De Gregorio diceva: «Non è una questione di soldi». Ah, non è una questione di soldi? È l’«idrovora»? Ma mi faccia il piacere. Per quanto riguarda Di Pietro, infine, forse vale la pena ricordare all’uomo senza valori (e senza memoria) la calda estate del ’96. Ha già dimenticato, signor Tonino? Lei era ministro a Roma. Doveva andare a tenere una lezione all’Università di Castellanza.

Università privata, lezione privata. Si ricorda come ci andò? Con un volo di Stato. Quello sì, pagato dai contribuenti. E scusate se glielo faccio notare, visto che per voi, come dice Concita «non è una questione di soldi».

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