Pigneto, Veltroni: "Matrice politica innegabile"

La questura: "Non è stata un'azione politica". Il leader del Pd: "Quando scatta la caccia all’immigrato è l’inizio della barbarie, l’intolleranza è l’inizio della fine". E Alemanno promette: "Il Comune pagherà i danni"

Pigneto, Veltroni: "Matrice politica innegabile"

Roma - Ora c’è paura nel quartiere Pigneto a Roma dopo il raid razzista compiuto sabato sera contro alcuni negozianti extracomunitari e le loro attività commerciali da un un gruppo di persone con i volti coperti. E mentre il sindaco Gianni Alemanno promette che "il Comune di Roma pagherà tutti i danni", il leader democratico Walter Veltroni parla di "inizio della barbarie" non accettando la posizione della questura che nega si possa trattare di un raid politico.

Veltroni: "Inizio della barbarie" "Quando scatta la caccia all’immigrato è l’inizio della barbarie, l’intolleranza è l’inizio della fine". Veltroni non accetta le conclusioni degli inquirenti che hanno individuato in uno scippo l'origine dell'incursione di sabato: "C’è stato un raid e si dice che non c’è motivazione politica, non ci sarà stata una motivazione politica ma sulla sciarpa di uno di questi c’era una svastica come ha testimoniata una giornalista d’agenzia, presente, per caso, al raid". Secondo il leader del Pd occorre "mettere gli antidoti subito e ricordare che cosa è stato l’intolleranza e il razzismo" nella storia dell’Europa. Al termine dell’incontro con la scolaresca a Ladispoli, Veltroni parlando con i giornalisti sostiene che "c’è un clima di intolleranza contro il quale non si combatte con la necessaria forza". "Quando si va in giro - continua Veltroni - a sfasciare un negozio di immigrati con una sciarpa con la croce uncinata è difficile pensare che sia avvenuto per caso". "Ma poi - aggiunge Veltroni - non è una cosa di oggi, ci sono tantissimi segni, ripetuti, che bisogna fronteggiare con grande determinazione e con grande durezza". Alla domanda se non c’è una responsabilità che ricade anche su chi ha parlato troppo di ronde Veltroni risponde: "penso che la giustizia fatta da sè sia una idea sbagliata, lo dico ogni volta che mi capita di prendere la parola". "Affermare il principio - sostiene il leader del Pd - in base al quale non è lo stato, non sono le istituzioni, ma il cittadino che deve farsi giustizia è sbagliato". "Chiunque si trovi in Italia - osserva Veltroni - deve rispettare le regole e le leggi dello stato. Questo vale per tutti, per gli stranieri e per gli italiani e l’idea delle ronde non c’è in nessun paese europeo. Non vedo perchè debba esserci in Italia".

Un quartiere sotto choc sin da ieri mattina il quartiere romano si è svegliato tra vetri rotti e un’atmosfera pesante: indignazione per quanto successo e paura che si possa ripetere. Gli immigrati, per loro parla Kabir, uno degli aggrediti, chiedono aiuto al governo perché "adesso abbiamo paura". Dopo aver portato solidarietà agli immigrati, Alemanno ha annunciato che "il Comune pagherà i danni". Un’aggressione quella di ieri che, "qualsiasi sia stata la motivazione - ha aggiunto il sindaco - va condannata con fermezza. I responsabili devono essere assicurati alla giustizia. Per contrastare queste situazioni l’unica strada è quella di continuare sul versante della sicurezza, della legalità e del controllo dei flussi migratori, per scongiurare e isolare qualsiasi forma di xenofobia e intolleranza".

Le indagini degli inquirenti Gli investigatori della polizia anche oggi sono tornati nel quartiere e lo faranno anche nei prossimi giorni per ascoltare abitanti, testimoni e le vittime dell’assalto compiuto da un gruppo di giovani che, con i volti coperti e armati di bastoni e comandati da un adulto, al grido di "sporchi stranieri" e "bastardi", ha devastato tre negozi gestiti da bengalesi e indiani.

Un raid nato per vendicare uno scippo di cui era rimasto vittima un italiano e di cui secondo il commando era responsabile un immigrato. L’assalto, secondo la questura, "non ha un connotato politico con una matrice, ma è piuttosto un gesto sintomo di una forte intolleranza e insofferenza".

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