In queste ore a Vernazza la comunità si stringe attorno ad una famiglia, ad un uomo, che tra il fango dei detriti scava in silenzio, attorniato dai compaesani. Non deve sistemare un negozio o ripulire una casa, è un figlio che cerca una madre. Si tratta di una donna anziana che risulta ancora dispersa. Lui è disperato. Nel pieno dell'emergenza, con la pioggia che cadeva, le aveva detto di aspettarlo in un punto che pensava sicuro, invece dopo pochi istanti tutta la zona, compresa labitazione della donna è finita sotto il fango. La donna era in casa, proprio il figlio le aveva detto di non uscire, di non tentare di fuggire, di aspettare dentro perché era più sicuro. Ma non poteva immaginare che dopo la prima onda di piena, dopo pochi minuti, la collina sarebbe crollata trasformando il borgo in un fiume di terra e fango. Ora l'appartamento è sepolto da quasi cinque metri di detriti e lui spera che almeno il corpo della madre sia ancora laggiù.
Ma non c'è una sola storia di solidarietà o di eroismo che svetta in questi giorni di tragedia nel levante ligure. Ci sono tanti tasselli di un puzzle incredibile che ogni giorno si arricchisce di nuovi elementi.
Quando sono arrivati a Pignone, uno dei borghi più colpiti e forse un po' «trascurati» sia dalle cronache che dai soccorsi, nessuno se lo aspettava. Si tratta di un gruppo di volontari della protezione civile di Assergi, una frazione dell'Abruzzo che nel maggio 2009 venne devastata dal terremoto. Loro l'emergenza in casa l'hanno vissuta sulla propria pelle solo pochi anni fa, il simbolo del loro mondo devastato dalla natura era la chiesa di San Franco e quell'antico campanile che richiese oltre un anno per essere messo in sicurezza.
A Pignone arrivano per dare una mano i terremotati dellAbruzzo
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