Antonella Aldrighetti
Le baruffe interne alla maggioranza regionale in materia di politiche sanitarie non si quietano. Mentre in questi giorni è allo studio dellassessorato alla Sanità e della giunta Marrazzo la riorganizzazione degli accreditamenti di ambulatori privati, ospedali e residenze assistenziali - argomento che non sembra in grado di mettere tutti daccordo - a gettare benzina sul fuoco degli scontenti ci pensa anche lAduc. Lassociazione consumatori, che già due settimane fa aveva chiesto lintervento dellassessore Augusto Battaglia sulladozione del protocollo di sperimentazione in merito alla famigerata Ru486 - la pillola abortiva - ieri, è ritornata sullargomento per sollecitare una presa di posizione netta da parte della giunta di sinistra. La richiesta dellAduc, espressa per bocca del segretario Primo Mastrantoni che addita lesempio Toscana, si fonda essenzialmente sul fatto che «lintroduzione della pillola negli ospedali laziali è un punto molto qualificante dellavvio del confronto tra la regione e i cittadini perché introduce il principio di umanizzazione della prestazione sanitaria che, a una migliore qualità, accompagna una riduzione dei costi».
Già, e proprio la «riduzione dei costi» potrebbe spingere Battaglia a «sposare» a pie pari il progetto. Ma se Battaglia non sembra ancora avere le idee chiare sul da farsi, la sua collega di partito, Giulia Rodano, ora assessore alle Politiche culturali e già nella scorsa legislatura profonda assertrice della promozione di Ru486 si augura che lassessore si accinga a promuoverne la sperimentazione anche nel Lazio perché «con lutilizzo della pillola abortiva muta la tecnologia dellintervento, mentre - sottolinea la Rodano - non devessere inteso come un metodo che tenda a banalizzare laborto. Motivo per cui mi auguro che Battaglia veda bene quanto me lavvio di una serena presa di posizione sul territorio».
Alla «cordata Rodano» dopo anni di perpetuo dissenso si accoda, con qualche distinguo, pure lex assessore alla Sanità Marco Verzaschi che, ora in qualità di responsabile degli Enti locali per lUdeur si dice favorevole allutilizzo sella pillola abortiva nelle strutture sanitarie pubbliche ma «a patto che venga fatto sotto un rigoroso controllo scientifico». Certo sarebbe stato curioso che Verzaschi, eletto alla Pisana nelle file di Forza Italia e poi passato in corner al partito di Mastella, avesse abbracciato fino in fondo le posizioni della collega. Per Verzaschi è necessario che «nel Lazio la giunta regionale non voglia negare alle donne la sperimentazione di un mezzo che serve a rendere meno traumatico laborto. Oltre a questo - afferma - deve essere rivista lorganizzazione dei consultori, che per come funzionano ora, invece di fare prevenzione dellaborto, funzionano come abortifici».
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