Da un'emozione all'altra. Davide Ballardini in quattro giorni non si è fatto mancare nulla. Scherzi del destino. Dopo il suo esordio al Ferraris al termine di un lustro griffato Gasperini, la prima trasferta sarà infatti a Cagliari. Dove il neo tecnico rossoblù ha lasciato un ottimo ricordo. Per una salvezza miracolosa. «Tra l'altro nessuna squadra dopo aver totalizzato dieci punti nel girone di andata si era mai salvata. Ed invece ne facemmo trentadue confermandoci in Serie A con una giornata d'anticipo», sottolinea. Poi l'addio. Perché? Ecco la risposta. «Semplicemente perché avevo chiesto più soldi al presidente Cellino che mi disse di no». Con il suo Genoa cercherà però di dare un dispiacere ai tanti amici che ha lasciato in Sardegna: «La squadra per caratteristiche, tecnica e personalità ha la possibilità di ottenere risultati importanti anche in trasferta». Dove il Grifone storicamente ha sempre faticato. E non sarà facile neanche oggi. «Non solo perché posseggono una buona intelaiatura con alcuni giovani di qualità, ma perché avranno il dente avvelenato dopo l'immeritata sconfitta con il Napoli», precisa Ballardini. Che non recupera nessuno degli infortunati. Infatti «ci saranno gli stessi convocati della partita con il Bologna». Kharja? «Non ha ancora i 90' nelle gambe, sebbene sia più avanti di mercoledì». L'ex senese potrebbe dunque agire come trequartista alle spalle delle due punte? «Sicuramente il giocatore possiede queste caratteristiche, ma non dimentichiamoci che in rosa ci sono parecchi esterni di valore che non possiamo non considerare». Tradotto significa che bisogna adattare il modulo alle caratteristiche della squadra. Quello che il Gasperson non amava fare. Quello per cui il presidente Preziosi ha deciso di esonerarlo.
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