Milano - Sono ancora una volta i sindacati ad alzare la voce nella vicenda Alitalia. Spaccati: da una parte agli autonomi della Sdl, il sindacato autonomo più potente, dall’altra i piloti e il personale di volo di Anpac, Anpav e Avia. I primi schierati per Air One, il cui piano è dichiarato «migliore», i secondi pronti a difendere la scelta di Air France, anche a costo di paralizzare l’Italia con uno sciopero di dimensioni mai viste. Se la Sdl invita il governo a un confronto approfondito dei piani e sollecita, ancora una volta, una convocazione, il comunicato di Anpac & C. è molto bellicoso: «Siamo pronti a paralizzare il Paese per giorni qualora il governo sconfessasse le determinazioni a favore di Air France-Klm prese dal cda di Alitalia». I confederali appaiono, a loro volta, divisi: da una parte Cgil e Cisl, contrarie ad Air France, dall’altra la Uil, che nel piano di Parigi vede, giocoforza, la soluzione più accettabile.
La giornata di ieri si è chiusa con un incontro Prodi-Padoa Schioppa-Bersani-Bianchi-D’Alema-Rutelli, preparatorio al consiglio dei ministri di oggi durante il quale sarà affrontato il tema Alitalia. E si era aperta con alcune nette dichiarazioni del presidente del Consiglio alla conferenza stampa di fine anno: «Non terremo conto né delle proteste, né degli interessi di categoria, né dei corporativismi. L’Italia ha già troppo sofferto in questo settore». E ancora: «Sono sorpreso dalle proteste di alcuni imprenditori del Nord». «Le rivolte e le proteste non possono essere elementi di decisione - ha aggiunto Prodi -. Noi dobbiamo fare in modo che Alitalia divenga una compagnia efficiente che stia sul mercato e che venga incontro all’interesse del Paese». Dopo l’indicazione di Air France come miglior candidato all’acquisizione da parte del cda di Alitalia, l’ultima parola spetta al Consiglio dei ministri, che intende decidere entro metà gennaio. Il governo, come si sa, è diviso, ma la convinzione che il piano di Air France sia il migliore appartiene all’asse più forte, quella Prodi-Padoa Schioppa (il ministero dell’Economia è anche azionista al 49,9% della compagnia). La scelta preliminare di Air France risale a venerdì scorso e la seduta di Borsa di ieri, per effetto delle festività, è stata la prima dopo la notizia: il titolo ha ceduto il 2,45% a 0,74 euro. Pesante anche il giudizio del mercato Air France alla Borsa di Parigi: meno 2,6%, tra i peggiori. Sempre accesa la protesta del Nord che dal ridimensionamento di Malpensa teme isolamento e contrazione economica.
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