Piloti, calciatori e medaglie d'oro: ecco il Pantheon della giovane destra

Tra i miti dei ragazzi di Atreju, l'ex della Formula 1 Alex Zanardi, Rino Gattuso e Fabrizio Quattrocchi. Venerati lo scrittore di avventura Salgari e il premio Nobel Yunus

Roma - Ringhio Gattuso, «cuore di gladiatore ». Fabrizio Quattrocchi, «l’italiano che visse da normale e morì da eccezionale». Mohammad Yunus, «il banchiere dei poveri». L’Olimpo della destra giovanile è popolato di numi, divinità «eccezionali per scelta», come proclamava fino a qualche giorno fa il titolo di Atreju 08, la festaromanadel movimento. Esiliati dal dibattito politico, isolati dalla classe intellettuale prevalente, alternativiun po’ per sceltaunpo’ per necessità, affrontano l’emarginazione costruendosiun Pantheon di personalità in cui specchiarsi.

Una galleria di eroi, personaggi «che hanno spinto se stessi oltre il limite con l’ottimismo della volontà»: così spiegava Atreju. Superuomini alla Nietzsche, si potrebbe dire se il filosofo tedesco fosse un medaglione in questa galleria di idoli. Ma non lo è. I giovani di destra non sono nostalgici, non impazziscono per i miti classici delle vecchie generazioni, Evola, Céline, Drieu La Rochelle. Essi ammirano il ragazzo che fermò i carri armati del regime cinese in piazza Tien An Men. Leggono storici comeRenzo De Felice e Giampaolo Pansa, che pure non è un feticcio ideologico di destra. Nelle loro stanze sono appesi i poster di Arafat e CheGuevara: l’ideologianon conta; l’importante è che siano stati due combattenti dai grandi ideali, le cui sconfitte sono vittorie. In un angolo appaiono anche le foto di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

In libreria allineano le opere di Emilio Salgari, che raccontò l’epopea delle Tigri di Mompracem e dei pirati della Malesia senza muoversi dal tinello di casa; il «GabbianoJonathan Livingston», l’uccello che impara a volare dopo lunghi sacrifici; l’«Iliade» con la sua sterminata rassegna di semidei; un eroe romantico e temerariocome Cyrano de Bergerac; naturalmente il Tolkien dello «Hobbit» e del «Signore degli anelli»; personaggi dei fumetti come Alan Ford, Tex Willer e Corto Maltese, che non è un’icona esclusiva della sinistra. Apprezzato anche lo scrittore basco Miguel de Unamuno, citato da Iadicicco in fondo alla sua lettera aperta: «Io vi risponderò con Paolo di Tarso, che non faccio il bene che pure voglio,mailmale chenon voglio, ed aggiungerò che l’angelo che in noi dorme, suole svegliarsiquando la bestia lo trascina, e destandosi piange la sua schiavitù e la sua disgrazia. Quanti buoni sentimenti nascono dalle cattive azioni in cui la bestia ci precipita ».

Tra i dischi fa bella mostra tutto Lucio Battisti, ma non mancano «Ragazzo triste» di Patti Pravo, simbolo decadente delle inquietudini esistenziali, e la «Contessa» libera e libertina di Enrico Ruggeri che «non sei più la stessa» cantata nel ’68 da Paolo Pietrangeli, borghese e reazionaria. La videoteca comprende la collezione dei film dell’agente 007 e tutti i vari «Rambo».

Nel Pantheon della giovane destra siedono campioni dello sport come il pilota Alex Zanardi, più forte dell’incidente che gli ha fatto perdere le gambe; Emil Zatopek, la «locomotiva umana»; o appunto il calciatore Rino Gattuso, così descritto in un video proiettato ad Atreju: «Senza il fisico di un airone, né i piedi di un giocoliere,mail cuore diun gladiatore». Eroi cattolicicomeMadre Teresa di Calcutta e Marcello Candia, industriale emissionario laico. Medici «pro life» come Elena Porcu, direttore del centro di fecondazione assistita del policlinico Sant’Orsola di Bologna. E ancora Giorgio Perlasca, il fascista che rifiutò di aderire alla Repubblica di Salò e salvò migliaia di ebrei, e Almerigo Grilz, l’inviato di guerra morto in Mozambico e dimenticato dalla gran parte dei colleghi giornalisti.

Tra un brano di Gaber e una poesia di Charles Bukowsky si mescolano cultori del Risorgimento e cattolici tradizionalisti, filoamericani e antiamericani, nazionalisti e neopagani, mangiapreti e adepti dell’esoterismo.

Nei «maestri di vita» del sito Azione giovani di Firenze figurano anche, secondo Liberazione, «l’antisemita Robert Brassilach e Leon Degrelle, fondatore del Rexismo, il nazismo belga».Manei siti dei movimenti giovanili della destra non appaiono foto del Duce, né mp3 con «Faccetta nera» o immagini dei ragazzi di Salò. Di sicuro non compare più, se mai c’è stato, Gianfranco Fini.

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