Un esposto alla Corte dei conti contro i lavori in corso al Pincio per la realizzazione di un parcheggio interrato da oltre 700 posti auto. Lo ha presentato Italia nostra. Nellesposto - presentato anche alla Autorità di vigilanza sui lavori pubblici, si fa riferimento a una triplice irregolarità che riguarda lapprovazione del progetto definitivo, la procedura di valutazione di impatto ambientale e le modalità delle gare di appalto. «Chiediamo - dice Carlo Ripa di Meana - la sospensione del contratto, leventuale penale vada in danno di chi ha sottoscritto lappalto integrato senza fare verifiche. Siamo certi che nelle carte presentate ci sono forzature, malintesi e incompetenze. La soluzione è allargare il parking del galoppatoio».
Ripa di Meana è sconsolato: parla di «operazione che sfiora il colmo del cinismo», teme che i romani perdano per anni il Pincio, perché «anche in caso di via libera al progetto da parte del sindaco Alemanno è prevedibile che i lavori per il parcheggio procedano con la velocità della tartaruga, con la perdita per anni delluso del Pincio»; annuncia «una battaglia molto dura che dovremmo sviluppare anche a livello europeo e internazionale».
Poi Ripa di Meana torna sui gravi limiti dellopera: «Non cè uno studio idrogeologico sulla falda, manca il parere del VII dipartimento sulla mobilità, ci sono riserve delle sovrintendenze, il parere negativo della commissione dei saggi, questo parcheggio è solo un business». Poi un appello al sindaco: «Confido in Alemanno - confessa Ripa di Meana - e penso che nei suoi doveri rientri la sacralità del passato. È unoperazione di autolesionismo che non dà beneficio alla città, ma solo gioia a qualche privato. Spero che il 2 settembre il sindaco decida di non procedere, intanto invito lui e il ministro ai Beni culturali Bondi a fare una passeggiata insieme sabato fino alla terrazza del Pincio».
Italia Nostra ha poi fatto due conti sullopera. Ogni posto auto costerebbe alla ditta circa 15mila euro, quello dellintera opera è di 29 milioni e la vendita dei parcheggi porterebbe, nelle casse dellAtac, 60 milioni con un guadagno del 100 per cento. Sempre secondo Italia Nostra l80 per cento dei posti auto è stato già venduto. Lingegnere di Italia Nostra, Antonio Tamburrino solleva linterrogativo: «Questo può essere il motivo. Gli studi fatto per il progetto sono superficiali e non hanno valore. Nello studio, in sede di approvazione nel 2005, si dice che non ci sono resti archeologici, resta solo una decisione politica».
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