Grazie alla sua splendida voce e versatilità, il Maestro Vincenzo La Scola è oggi uno dei più apprezzati tenori sulla scena operistica mondiale, con un repertorio vastissimo e variegato. Nel ruolo di Pinkerton, lo abbiamo ascoltato nel primo cast di «Madama Butterfly», che ha debuttato laltra sera al Carlo Felice. La domanda è obbligata: qual è il suo rapporto con «Madama Butterfly» e in particolare con questa edizione di Renata Scotto?
"Butterfly" è un'opera splendida e Renata Scotto ne ha dato un'interpretazione molto personale e valida; proprio l'idea di lavorare con un'artista del suo livello mi ha riportato qui nella vostra bella Genova dopo 12 anni. E poi mi interessa particolarmente il doppio ruolo; l'anno scorso ho debuttato anch'io come regista in "Trovatore" al teatro di Busseto e contemporaneamente avevo il ruolo di Manrico. È affascinante, si entra in una dimensione diversa dell'opera, molto più completa e sfaccettata.
Pinkerton: un personaggio davvero poco amato nel mondo dell'opera. Cosa ne pensa?
Sì, è vero; del resto non si può negare la sua superficialità, anche se - a onor del vero - Puccini sembra concedergli un'attenuante rendendo intuibile il suo pentimento alla morte di Butterfly. Che dire, però...l'unico modo che ha di riscattarsi è esclusivamente sul piano vocale.
Un'ultima curiosità, che tocca purtroppo una dolente nota: è un momento di crisi per la vita artistica e musicale del nostro paese. Come inquadra l'Italia nel panorama internazionale?
Dice bene...purtroppo l'Italia ormai è la classica "occasione perduta", uno scrigno di tesori dilapidati. Siamo la culla dell'arte, abbiamo ovunque teatri che non sfruttiamo; in America farebbero follie se avessero il nostro patrimonio artistico. È triste affermarlo, ma ormai le nostre istituzioni musicali, anche nelle principali città, non valgono più come punto di riferimento quasi per nessuno.
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