Pinuccio, Gianfranco e i colonnelli

È triste pensare che per ricordare Pinuc­cio Tatarella, il ministro dell’Armo­nia come lui stesso si definì, si siano orga­nizzate a Roma due commemorazioni contrapposte

Pinuccio, Gianfranco e i colonnelli

È triste pensare che per ricordare Pinuc­cio Tatarella, il ministro dell’Armo­nia come lui stesso si definì, si siano orga­nizzate a Roma due commemorazioni contrapposte. L’unica presenza che ac­comuna le due manifestazioni è la parte­cipazione di Violante. Un amaro para­dosso. In passato ho commemorato Tata­rella con Fini e Casini e ricordo bene che lo elogiavano come l’inventore del bipo­larismo e del centrodestra. Oggi lo usano in senso inverso, per sfasciare il centro­destra e inventare il Terzo polo.

Per anni Fini fu sotto tutela di Pinuccio. Fu lui il suo stratega e il palombaro che riuscì, co­me i cozzari baresi, a staccare Fini e le altre cozze missine dai fondali della no­stalgia neofascista. Fu Pinuccio che con pochi altri portò la destra nel gioco delle alleanze e nel centrodestra. Quando pro­pose di «andare oltre il polo» non inten­deva andare all’equatore del centrismo, come ora fa Fini. Intendeva dire che in Italia c’è una maggioranza non di sini­stra e il centrodestra deve saper andare al di là dei suoi confini per aggregare tutti coloro che non vogliono la sinistra al go­verno. Pinuccio restava dentro il bipola­rismo e considerava la sinistra l’avversa­rio da battere. Non il nemico, perché Ta­tarella sapeva trattare con tutti; e tanti, da D’Alema a De Benedetti, lo sanno as­sai bene.

Ma restando avversario in poli­tica. Con lui probabilmente non ci sareb­be stata la rottura tra Fini e Berlusconi. Quando Tatarella morì, Fini decise di testa sua e subito commise il suo primo, colossale errore politico. Consigliato da Urso, pensò di andare oltre il centrode­stra, di smarcarsi da Berlusconi e fece con Segni l’elefantino alle elezioni Euro­pee. Fu il peggiore disastro politico-elet­torale della destra, anche se lui poi accu­sò i colonnelli. Ora ha ripreso quella glo­riosa linea, con lo stesso suggeritore. Tra Fini e Tatarella resta un abisso: cini­ci entrambi, ma Pinuccio aggregava e lui sfascia.

Pinuccio sapeva andare con la mente in profondità, Fini solo con la maschera e la bombola. Pinuccio era ca­loroso e Fini surgelato, Pinuccio bucava i sentimenti, Fini solo il video. Pinuccio pensava, Fini parlava. Pinuccio era intel­ligente...

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