Una pioggia di tasse È la strada più facile

Il governo tecnico ha la mano pesante. E azio­na la leva fiscale senza pietà. D’altronde i medici pietosi non hanno mai salvato alcun paziente, e l’Italia è malata grave. Dal premier però ci si aspettava qualcosa di di­verso dalle solite stangate

Una pioggia di tasse È la strada più facile

Il governo tecnico ha la mano pesante. E azio­na la leva fiscale senza pietà. D’altronde i medici pietosi non hanno mai salvato alcun paziente, e l’Italia è malata grave. Il morbo che la affligge è il debito pubblico, ormai cronico dopo quarant’anni di pessima amministrazione. Da notare che i politici responsabili d’aver sperpe­rato denaro l’hanno sempre fatta franca. E il conto adesso lo pagano, come sempre in questi casi, i cit­tadini. Dal premier però ci si aspettava qualcosa di di­verso dalle solite stangate.

Anche lui invece - forse per la fretta di affrontare l’emergenza - pare com­portarsi alla vecchia maniera: e cioè prelevando sangue dal corpo anemico dei contribuenti one­sti, quelli che hanno sempre versato di più. Pren­diamone atto. Per commentare la manovra in arrivo usiamo una frase celebre: «Qualunque imbecille può in­ventare e imporre tasse; l’abilità consiste nel ridur­re le spese» (senza demolire la qualità dei servizi, s’intende). La scrisse all’inizio del 1900 il padre della scienza delle finanze italiana, Maffeo Panta­leoni. Oltre un secolo più tardi, Tommaso Padoa-Schioppa tentò maldestramente di correggere il maestro con la seguente espressione: «Le tasse so­no belle ». Talmente belle che gli evasori italiani so­no rinomati nel mondo.

Transeat. Aggiungiamo soltanto che il presiden­te del Consiglio se non altro ha provato a incidere sulla spesa corrente,quella che provoca l’innalza­mento del debito, ritoccando il sistema pensioni­stico (vedremo lunedì prossimo come) e annun­ciando tagli alla sanità. Poca roba rispetto alle ne­cessità di bilancio, ma è sempre meglio del niente fatto finora dagli esecutivi incapaci di eseguire il loro compito: non vivere al di sopra delle proprie possibilità, preoccuparsi di recuperare le risorse pri­ma di spartirle. Prediche inuti­li. Per il resto, a giudicare da quanto si è saputo, il professo­re bocconiano non ha resisti­to alla tentazione di agire sul piano dell’ovvietà: aumenta­re i tributi, esattamente il con­t­rario di ciò che suggeriva Pan­taleoni, del quale abbiamo ri­cordato l’insegnamento.

E allora che dire? Per ina­sprire le aliquote dell’Iva e dell’Irpef (sui redditi stupida­mente considerati alti, quan­do invece sono bassissimi: circa 70mila euro ed oltre), per reintrodurre l’Ici sulla pri­ma casa e aggiungere un’Ici (patrimoniale) sulla seconda e la terza, per rivalutare gli estimi catastali degli immobi­li (minimo 15 per cento), per tagliuzzare qua e là, parlia­moci chiaro, forse non era in­dispensabile un governo di docenti: come già abbiamo avuto modo di dire, sarebbe potuto bastare un ragionier Rossi, un Andreotti qualun­que.

Infatti, il gigantesco appa­rato burocratico messo in pie­di in sessant’anni di Repub­blica delle banane, i numero­si enti dannosi che costano e non producono (le Authority per esempio, o i Tar, ma ce ne sono a bizzeffe), le Regioni, le Province eccetera non saran­n­o nemmeno sfiorati dalle ce­soie.

In sostanza, con i provvedi­menti che Monti si accinge a presentare non andremo da nessuna parte. Nel senso che non sistemeremo i conti pub­blici, non aggiusteremo lo spread, non cominceremo neppure l’opera di risana­mento sollecitata dalla Ue.

La speranza è che il premier abbia qualche altra carta da giocare e che il Parlamento gli spiani la strada anziché, com’è sua abitudine,creargli ostacoli e vanificare i suoi de­boli sforzi. Difficile essere ot­timisti. Antonio Di Pietro, sul­le pensioni, ha già detto a Monti: marameo. Idem la Le­ga.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica