Pirati, attacchi decuplicati in un anno: business da 80 milioni di dollari

Il giro d'affari dei pirati, solo l'anno passato è stato attorno agli 80 milioni di dollari in riscatti pagati per la liberazione di navi ed equipaggi. Parte del denaro è finito ai pirati. Ma il grosso sarebbe stato ripulito attraverso conti bancari di Dubai e di altri paesi del Medio Oriente

Londra - L'attacco respinto dalla nave da crociera "Melody" della Msc Crociere, a un giorno di navigazione a nord delle Seychelles, conferma ciò che era stato evidenziato dalle più recenti statistiche: i pirati somali hanno aumentato esponenzialmente il numero e il livello dei loro agguati e allargato anche l'area d'azione, al largo delle coste orientali dell'Africa.

Solo qualche giorno fa, il Bureau Maritime International (Bmi), che ha sede a Kuala Lumpur, ha reso noto che nel primo trimestre del 2009 gli attacchi totali dei corsari nel mondo sono raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2008. Nelle sole acque davanti alla Somalia - anche a centinaia di miglia dalle coste - gli attacchi sono decuplicati - passando dai sei del primo trimestre 2008 ai 61 del 2009. Praticamente i soli pirati somali hanno portato al raddoppio globale degli assalti. Nel solo mese di marzo gli attacchi in quest'area sono stati 18.

E la rete di soldi ed interessi che si muove attorno a queste azioni sembra andare ben oltre gruppi di uomini armati su veloci gommoni. Un'inchiesta del quotidiano britannico The Independent ha rivelato come alle spalle degli uomini che materialmente portano a termine gli attacchi si muovano vaste organizzazioni criminali con basi in Kenya, Somalia ed Emirati Arabi Uniti. Il giro d'affari dei pirati, solo l'anno passato - ha scritto l'Independent citando fonti interne all'industria del commercio mercantile - è stato attorno agli 80 milioni di dollari in riscatti pagati per la liberazione di navi ed equipaggi. Parte del denaro è finito nelle basi dei pirati. Ma il grosso sarebbe stato ripulito attraverso conti bancari di Dubai e di altri paesi del Medio Oriente. Secondo le informazioni raccolte dal quotidiano britannico, persino alcuni gruppi di estremisti islamici avrebbero ricevuto parte del bottino, una circostanza che inquadrerebbe il problema della pirateria in una cornice ancora più ampia.

L'unico freno a questa attività sempre più pericolosa e sfrontata sembra essere un massiccio pattugliamento da parte delle marine militari internazionali.

In un rapporto stilato da Chatham House - tratto da un incontro tra Agustin Blanco-Bazan, dell'International Maritime Organisation (Imo), l'ammiraglio Neil Brown della Royal Navy e Douglas Guilfoyle, dello University College of London - si evince che "il tasso di successo degli attacchi dei pirati è sceso da 1 su 3 ad 1 su 4 da quando le marine militari di 17 paesi hanno iniziato a pattugliare le acque del golfo di Aden".

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