da Roma
«Basse speculazioni elettoralistiche». Il ministro dellInterno, Giuseppe Pisanu, si assume «tutta la responsabilità politica delle attività di contrasto dellimmigrazione clandestina» e promette «andrò avanti senza lasciarmi influenzare». Il titolare del Viminale reagisce senza scomporsi alla pubblicazione della notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati dal Collegio per i reati ministeriali del tribunale di Roma per omissione datti dufficio. Iscrizione che in realtà risale allottobre scorso e fa riferimento agli sbarchi dei clandestini a Lampedusa nel periodo 2004/2005 e al loro trattenimento nei centri e al successivo rimpatrio. Nella nota del Viminale si precisa pure che di fatto il ministro non è indagato perché i pm romani «non intendono procedere» nei suoi confronti. «È sgradevole - osserva Pisanu - che temi così delicati siano diventati oggetto di speculazioni».
Tutta la vicenda nasce da un esposto-denuncia presentato da un gruppo di parlamentari sia Verdi sia di Rifondazione Comunista nel luglio del 2005 che, scrive in una nota il ministro, ipotizzava «presunte violazioni di obblighi internazionali e della legge sullimmigrazione, in occasione degli sbarchi di immigrati clandestini sulle coste siciliane e in particolare a Lampedusa negli anni 2004-2005». Lesposto dei parlamentari è poi passato dal tavolo dei pm della Procura di Roma Marcello Monteleone a quello del Collegio per i reati ministeriali del tribunale di Roma che lha restituito al magistrato. Spetta a lui ora decidere che farne.
Due le strade che a questo punto potrebbe percorrere la procura, alla luce dellattività svolta dallorgano competente per i reati ministeriali: richiesta di archiviazione del procedimento o istanza di autorizzazione a procedere finalizzata alla richiesta di rinvio a giudizio. All'inizio della prossima settimana dovrebbero essere depositate le conclusioni del pm Monteleone sulle quali, comunque, dovrà pronunciarsi poi lo stesso tribunale dei ministri.
Pisanu comunque non si tira indietro e si dice pronto a informare il Parlamento sul suo operato e «a discutere ancora in tutte le sedi». Il ministro incassa la solidarietà dei suoi alleati ma non solo. Anche la diessina Livia Turco riconosce che il ministro è colpevole sì ma soltanto di aver fatto rispettare la legge.
Per il Presidente del Senato Marcello Pera, quella intentata contro Pisanu «è unazione inconcepibile» per danneggiare un ministro «che in questi anni ha ricoperto il suo incarico di responsabile della sicurezza del Paese con autorevolezza e capacità».
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