Massimiliano Scafi
da Roma
Il tridente? Perché no. «Lo schema a tre punte va bene - dice Beppe Pisanu -. Anzi, di attaccanti possiamo schierarne pure cinque, purché poi in campo si passino la palla e purché si cerchi di fare gol nella porta avversaria e non nella nostra. Quindi, la cosa importante è che non venga discussa la leadership di Silvio Berlusconi. Il centravanti della Cdl è lui». Da Arborea, il ministro dellInterno ricorda il Cagliari dei miracoli. «Anche quello aveva tre punte, Nenè, Gori e Riva. Però aveva pure il mitico Comunardo Niccolai, stopper forte ma con il brutto vizietto dellautorete. Ecco, evitiamo di copiarlo». Dunque Silvio bomber, candidato naturale del centrodestra: Casini e Fini, avverte Pisanu, si devono mettere in fila. «Chiarito questo, il resto sono dettagli».
Ma il nuovo sistema proporzionale esalta, quasi impone la competizione interna: il presidente della Camera è già sceso rumorosamente in campo da un paio di settimane. Pisanu invita alla prudenza. «La legge elettorale voluta dal nostro governo tende a valorizzare i simboli dei partiti. Questo però non significa che bisogna sparpagliarsi. Anzi, occorre restare uniti. La Casa delle libertà deve capirlo e continuare a lavorare». È solo questa, insiste, la ricetta per restare al governo: «Le divergenze ci sono anche nelle migliori famiglie, ma per vincere le elezioni la coalizione deve restare fortemente unita e il nostro premier deve continuare a guidare il Paese come sta facendo. E cioè, prestando estrema attenzione alle questioni concrete e facendo cadere tutte le polemiche inutili. LItalia ha bisogno di gente pacata che risolva i problemi». Tra le «polemiche inutili» e perciò da evitare, Pisanu inserisce anche la battaglia di Stefania Prestigiacomo sui profilattici come alternativa allaborto: «I valori ai quali si richiama Forza Italia hanno una storia di duemila anni, altro che facezie sulla distribuzione statale dei preservativi».
Sarebbe meglio, sostiene Pisanu a una convention sarda di Fi, parlare dei «successi» del governo. «Nonostante le difficoltà di stagnazione dell'economia europea, il forte incremento del prezzo del petrolio e l'11 settembre, siamo riusciti ad amministrare il Paese e a tenerlo in piedi proprio quando sembrava destinato a un destino ineluttabile». Ancora: «Abbiamo tenuto in ordine i conti pubblici, diminuendo peraltro le tasse. Abbiamo aumentato le pensioni minime. Abbiamo realizzato la più alta occupazione di questi ultimi anni e la più bassa disoccupazione. E cè ottimismo sul futuro: «Il treno della ripresa economica sta passando e si sta uscendo dagli anni più difficili di questo trentennio».
Anche Gianfranco Fini, da Catanzaro, ritiene che la partita elettorale sia ancora aperta. «Possiamo vincere, perché abbiamo governato bene. Siamo intervenuti a sostegno della fasce più deboli, abbiamo ridato fiducia e credibilità allItalia e ora ci sono segnali di ripresa, come ha detto anche il Censis».
Però, avverte il ministro degli Esteri, è aperta pure la partita della leadership: «Noi di An ci candidiamo a portare più destra nel governo. Con il proporzionale ci sarà più competizione interna e questo tutto sommato non è un male perché farà aumentare i consensi al centrodestra. I campionati del resto si vincono segnando il maggior numero di gol possibile». E chi sarà il capocannoniere? «Semplice, chi andrà più volte a rete», risponde il vicepremier.
Un concetto caro anche al presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini che puntualizza: «Il candidato premier prima delle elezioni non si indica. La legge dice che si deve indicare il leader dello schieramento, ed è Silvio Berlusconi. Ma lindicazione del candidato premier sarebbe una violazione delle prerogative del Presidente della Repubblica». Poi, ancora più chiaramente, avverte: «Oggi la Cdl gioca a tre punte. Chi farà più gol lo decideranno gli elettori». Ma Casini va ancora più in là e spiega che a suo avviso non basterà prendere più voti per rivendicare la guida del governo. Questa verrà decisa dopo le elezioni «sulla base dellincremento dei consensi».
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