Pisapia costretto a fare dietrofont sui marò

Tre ore e mezza di bagarre in aula. Un show indegno che ha messo in luce (ce ne fosse bisogno) che Giuliano Pisapia è ostaggio di no global e pacifisti. Il Comune di Milano ieri ha accettato di esprimere la solidarietà ai due marò. Con uno striscione sulla facciata del Palazzo? No, con un totem. Un pannello con le foto dei militari che i consiglieri di Pisapia volevano nascondere nell’atrio, all’ultimo ha guadagnato la piazza. Quando avevamo accusato Pisapia di non voler esprimere la solidarietà convinta ai due militari arrestati in India, una settimana fa, ha minacciato di querelarci perché non era in aula. Il Pdl aveva proposto di appendere uno striscione con le foto di Massimiliano Latorre e Salvatore Girolamo sulla facciata del Comune, ma la maggioranza si era appigliata a questioni procedurali per giustificare il mancato voto. Ieri Pisapia ha partecipato quasi per intero al teatrino della sinistra per nascondere le foto dei marò. E in modo pilatesco, quasi fino alla fine ha evitato di prendere posizione facendo infuriare l’opposizione. «Non esprimo il parere della giunta - il disco - mi rimetto al voto dell’aula».
Il film della giornata inizia alle 16,30. Con Sel che prova a rinviare la discussione, poi scopre che «i consiglieri sono stati eletti per discutere di questioni che riguardano la città». Il Pd è pronto a fare asse con il Pdl per esporre lo striscione su Palazzo Marino, ma la Lista civica per Pisapia distingue con molti se e ma la differenza che corre tra cooperanti di Emergency rapiti in Darfur, come Francesco Azzarà, dai militari trattenuti in India. Tradotto: può bastare un totem esposto nell’atrio. Esplode la protesta del centrodestra. Persino l’Idv si dissocia, e il consigliere Pd Roberto Biscardini dopo quasi 4 ore di dibattito accusa la maggioranza: «È una furbizia, si abbia il coraggio di ammettere che non si vuole fare niente». Il sindaco «è ostaggio della sinistra antimilitarista» continua a ripetere il Pdl Riccardo De Corato. E a quel punto, anche il sindaco vota la via d’uscita proposta da Biscardini. A Milano i marò non meritano uno striscione, ma almeno il totem verrà piazzato davanti al Comune perché lo possa vedere anche la città.
La Lega favorevole allo striscione, a metà seduta abbandona per protesta. «È una vergogna per Milano» il capogruppo del Carroccio Matteo Salvini ha commentato così la posizione assunta in aula dal sindaco. «La giunta Pisapia è ostaggio di una sinistra no global che non vuole nemmeno esprimere solidarietà ai nostri soldati prigionieri in India. Una vergogna per la città».
La capogruppo del Pd Carmela Rozza si barcamena tra le ali moderate e la sinistra estrema, definisce il dibattito «uno spettacolo vergognoso» e «un cinema che deve finire».

Ma il Pdl Carlo Masseroli ha buone ragioni per difendersi: «L’opposizione ha mostrato il massimo senso di responsabilità, tanto che non abbiamo chiesto di modificare una virgola al testo presentato dal Pd. Se siamo a questo punto è perchè la maggioranza è spaccata». L’ex ministro della Difesa Ignazio La Russa fa tappa in aula poco prima del voto: «Meglio tardi che mai, la pazienza dei milanesi stava per finire».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica