Pisapia vede rosso: «Buco di 186 milioni» La Moratti: «È falso, alibi per nuove tasse»

MilanoUn classico per chi arriva. Accusare chi l’ha preceduto di aver lasciato un bilancio in rosso e spaventose voragini nel bilancio. E così, dopo una decina di giorni di fair play succeduti alla sua elezione, Giuliano Pisapia vede rosso. Anche nei conti. E a Milano s’alza il polverone, perché Letizia Moratti non ci sta e lo accusa di cercare solo un buon pretesto per alzare tasse e tariffe comunali ai milanesi. Altro che regalare l’abbonamento gratis per i mezzi pubblici a tutti gli over 65, una promessa da campagna elettorale già finita nel libro dei sogni irrealizzabili.
«Siamo davanti a un disavanzo potenziale di 186 milioni di euro - ha spiegato Pisapia ieri al termine della giunta - la nostra è un’analisi che si basa su documenti che erano già in possesso all’amministrazione comunale, quindi noti anche alla passata amministrazione. Quanto detto dall’ex sindaco Letizia Moratti non corrisponde dunque al vero». Il riferimento è a un avanzo di 48 milioni di euro che la passata amministrazione aveva registrato nelle casse prima di consegnare le chiavi di Palazzo Marino. Cifre che non tornano a Bruno Tabacci, il democristiano di lungo corso a cui l’avvocato ultrarosso ha affidato l’assessorato al Bilancio. Trascurando il fatto che Tabacci e l’Api di Rutelli avessero appoggiato non lui, ma il candidato del Terzo polo, il «futurista» finiano Manfredi Palmeri. Lo stesso Tabacci che ora non ne vuol sapere di lasciare la doppia poltrona e il suo posto da deputato. «Quanto affermato dal sindaco Pisapia e dall’assessore Tabacci - è la replica altrettanto dura della Moratti - è chiaramente denigratorio, mistificatorio e falso». Non solo. «Temo che si voglia semplicemente mettere le mani avanti per giustificare un aumento dell’imposizione fiscale». I conti torneranno, aveva detto la Moratti nel suo intervento di lunedì durante la seduta di insediamento del nuovo consiglio, se la nuova giunta porterà a termine tutti gli interventi progettati. Come la quotazione in Borsa della Sea, la vendita della quota che Palazzo Marino possiede nella Milano-Serravalle o la dismissione di patrimonio immobiliare. In attesa degli oneri di urbanizzazione derivanti dall’entrata in vigore del Piano di governo del territorio già approvato dalla sua amministrazione e che ora Pisapia e la sinistra vogliono bloccare. «Mi sembrano quelle vecchie casate milanesi - ha tagliato corto Tabacci - che per mantenere il tenore di vita vendevano i gioielli di famiglia per poi finire alla Baggina». E spiega che «quei 48 milioni indicati come avanzo, partivano dal presupposto che tutte le azioni che erano state immaginate sarebbero andate a buon fine».

Ora, invece, il principio deve essere che «non si può finanziare la spesa corrente con le entrate straordinarie».
«La coppia Tabacci-Pisapia - sciabola il capogruppo della Lega Matteo Salvini - parte male e si comporta come il mago Otelma: fa sparire i soldi delle privatizzazioni e apparire all’orizzonte nuove tasse».

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