Una beffa bella e buona, è questo che i residenti di via Ponte Nuovo, nel quartiere Crescenzago, continuano a ripetere ogni volta che passano accanto alla rampa ciclopedonale che, dopo dodici anni di attesa e 3500 firme raccolte in una petizione, avrebbe dovuto collegare il quartiere con l’alzaia del naviglio Martesana e consentire, a chi sceglie le due ruote per muoversi in città, un più agevole passaggio. Una beffa perché, nonostante la lunga attesa, la rampa, terminata circa tre mesi fa e realizzata a scomputo oneri dall’Istituto video che si affaccia sulla Martesana, non è utilizzabile. Chi ha eseguito i lavori ha sbagliato a fare i conteggi e così oggi la rampa, anziché terminare con uno scivolo finisce per arrestarsi bruscamente su un dislivello di 40 centimetri, mentre la scaletta per l’accesso dei pedoni termina contro il palo dell’energia elettrica.
Un gradino troppo alto, buono per le esercitazioni dei maestri di super bike ma non per i residenti, per la verità un po’ attempati, che usano la bici per andare a fare la spesa o magari solo una passeggiata. «Questa rampa è una presa in giro per l’intero quartiere - tuona Cesare Moreschi residente e portavoce del comitato Vivere in zona 2 - un monumento all’inefficienza di questa amministrazione». Un boccone amaro che i residenti della zona non hanno ancora mandato giù e hanno organizzato un presidio di protesta, puntellando l’ingresso alla rampa ciclopedonale con striscioni e cartelloni. Due striscioni sono ancora appesi lungo le ringhiere del ponte che sovrasta le acque del naviglio. «Vergogna i lavori sono terminati ma la rampa non si può utilizzare» , questo recita la scritta lasciata come monito da chi per dodici anni si è battuto per vedere realizzato l’accesso per bici e pedoni sull’alzaia.
A proteggere la rampa riuscita male ci sono ancora le transenne. Vista la cattiva riuscita dei lavori il Comune ha rispedito, infatti, al mittente l’opera realizzata imponendo all’Istituto video di rimediare all’errore riaprendo il cantiere. Il via libera per la ripresa dei lavori questa volta deve però arrivare dal Consorzio Ticino Villoresi che cura le sponde dell’alzaia. Per aggiustare la rapa si dovrà infatti intervenire direttamente sulle sponde. «Competenze che rimbalzano da parte a parte - replica Pasquale Miraglia, residente del quartiere - e che purtroppo fanno prevedere ancora lunghe attese, siamo stanchi di aspettare. La nostra è una periferia difficile, spesso additata come culla del degrado e della delinquenza e se bisogna aspettare più di dieci anni per un ottenere un piccolo servizio che poi non si può utilizzare si fa presto a capire perché il quartiere continua ad essere abbandonato a se stesso».
Dal consorzio Ticino-Villoresi arrivano, però, buone notizie:«L’autorizzazione per procedere con i lavori - dichiara Maurizio Galli, direttore generale del consorzio - è già pronta, manderemo comunicazione a palazzo Marino ad inizio di questa settimana.
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