Pistola, proiettili, coltelli e droga: trovato l’arsenale dell’anarchico

Erano andati a perquisirgli casa pensando di trovargli un po’ di fumo e due piste di cocaina, invece dall’armadio dell’anarchico sono spuntati una pistola, 15 proiettili, una bomba carta, un coltellino, un tirapugni, una fionda, biglie e bulloni d’acciaio. Delle sue idee politiche Domenico Adamo D’Aulisa non ha fatto mistero, mentre per quanto riguarda l’arma, ha spiegato di averla comprata per poi rivenderla a una malavitoso di cui, ma guarda un po’, conosce solo il soprannome. Episodio indubbiamente preoccupante anche perché la pistola è stata comprata da un albanese specializzato nel modificare scacciacani per trasformarle in armi da fuoco perfettamente funzionanti.
Dunque uno strano giro intorno al D’Aulisa, personaggio di secondo o terzo piano nell’ambito della composita galassia anarchica. L’uomo, 39 anni, tecnico di laboratorio presso un Istituto tecnico industriale milanese, vive in via Volta a Cassina de’ Pecchi e in passato gironzolava attorno al circolo sociale Orso. Mentre dopo il suo sgombero, e relativa chiusura, ha preso a frequentare saltuariamente il Panetteria Occupata. Nel suo passato solo qualche denuncia per fatti relativi alla «piazza»: manifestazione non autorizzata, danneggiamento, armi improprie. Tutto sommato politicamente un «signor nessuno».
A lui sono arrivati i carabinieri del nucleo investigativo diretti da Antonino Bolognani che da un anno sta dietro a un giro di droga, hashish dal Marocco e cocaina dall’Olanda. Mettendo sotto controllo i trafficanti, gli investigatori sono arrivati agli spacciatori e poi ai clienti, tra cui appunto D’Aulisa. Ed è così che l’anarchico finisce nel mirino dei militari. Un’indagine che si incrocia con quella relativa a un altro residente a Cassina, l’albanese regolare di 24 anni Rrodha Klodian, vero mago del tornio. La sua specialità è comprare riproduzioni uguali per dimensioni, peso e materiali alle armi vere, salvo avere la canna piombata. Lui la smonta, la filetta e la rimonta trasformando la scacciacani in un vera pistola. Quando è stato arrestato il 20 febbraio nel garage di via Pascoli gli hanno trovato 16 canne pronte al montaggio e 7 riproduzioni modificate.
Una di queste appunto è finita in mano all’anarchico che sul suo impiego ha fornito indicazioni un po’ vaghe: «L’ho comprata dall’albanese per 400 euro, poi l’avrei rivenduta a un balordo della zona guadagnandoci sopra. Non so chi sia, lo vedo ogni tanto in giro, lo conosco solo per soprannome». Mentre non ha avuto difficoltà ad ammettere la sua fede anarchica, del resto testimoniata da «cimeli» come bandiere, manifesti e volantini, ma niente materiale politico. Solo il «necessario» per la guerriglia urbana: a parte la pistola e i proiettili, una bomba carta, un coltellino, un tirapugni ma soprattutto una fionda di metallo con relative «munizioni», dadi e biglie d’acciaio.

I carabinieri non si sbilanciano sul suo ruolo, potrebbe anche trattarsi del solito estremista scivolato nella contigua area criminale con cui si è messo a trafficare in armi e droga. Fenomeni piuttosto frequenti. Anche se un «anarchico con la pistola» resta pur sempre un episodio inquietante.

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