Pizarro si lascia l’Inter alle spalle

Marco Morello

Eccolo David Pizarro, che parla per la prima volta da giallorosso e disegna i contorni di un passato che odora ancora di presente. A renderglielo ancora più visibile questo passato ci hanno messo lo zampino le parche del calcio, inserendo subito sul suo cammino proprio quella squadra che ha abbandonato con un po’ di fatica e qualche cruccio prima di prendere la strada di Roma. «È stato difficile lasciare una società come l’Inter - ha ammesso ieri pomeriggio a Trigoria nel corso della conferenza stampa di presentazione -, i dubbi che avevo erano soprattutto per motivi familiari, mi ha frenato il trasloco. Siamo lontani da Milano e io penso soprattutto ai miei cari più che al mio futuro». Si ripiega su se stesso il centrocampista cileno, si capisce che non è facile dimenticare un periodo comunque ricco di soddisfazioni, condito da una stima per la sua ex-maglia che il vento nuovo della Capitale non è ancora riuscito a spazzare via. «Sulla carta loro sono i migliori - ammette -. Hanno fatto un mercato importantissimo e vogliono vincere il campionato. Basterà solo metterli bene in campo». Roma già spacciata quindi, senza appello alcuno? Pizarro per fortuna oltre ad addensare dubbi, nasconde un’arma segreta. A quanto pare qualche ariete con cui sfondare il muro avversario, dagli armadietti di Appiano Gentile se l’è portato via. «Un punto debole - confessa - può essere la loro preparazione che non è ancora al meglio».
Se sarà in campo domani ancora non si sa: «Sono stato cinque giorni fermo e i medici mi hanno detto che il mio recupero sarà graduale. Cercherò di fare il massimo per essere a disposizione, tuttavia ci sono giocatori importanti che l’anno scorso si sono guadagnati la finale». Nessun dubbio invece sull’entusiasmo con cui si affaccia a questa nuova avventura: «Sono contento di essere in una squadra competitiva come la Roma e voglio dare molto per questa maglia. Quando ho parlato con Mancini non mi ha promesso un posto da titolare, solo che mi avrebbe preso in considerazione più dell’anno scorso. Se hai 21 anni e ti accorgi che gli spazi sono limitati puoi aspettare. Ma io ne ho 27 e ho tanto da dare. Qui c’è davvero un bel gruppo che mi ha accolto bene. Ho parlato più di tutti con Cufrè, che conosce lo spagnolo, e con De Rossi che sta sempre a scherzare. Tramite Materazzi avevo avuto modo di conoscere Totti, mi sembra molto simpatico». Pizarro ha scelto di cucirsi sulla casacca il 17, consapevole dell’eredità importante che quel numero racchiude: «Dopo Tommasi - dice - è una maglia importante». Importante tanto quanto l’impronta che Spalletti si aspetta che riesca a imprimere da subito alla squadra.
Intanto dopo le amichevoli, con il loro bagaglio di messaggi fin troppo contraddittori, come detto domani è il grande giorno della prima gara ufficiale della stagione. In palio c’è la Supercoppa italiana: fischio d’inizio al Meazza alle ore 20.45 (diretta su Raiuno), l’arbitro sarà il signor Saccani di Mantova. Si tratta di una sfida inedita in questa competizione, che i giallorossi hanno già messo in bacheca nel 2001 rifilando tre schiaffi alla Fiorentina. Ed è una rivincita immediata della finale di coppa Italia festeggiata dai nerazzurri nello stesso stadio lo scorso 11 maggio.

Questa volta la Roma non vuole ricacciarsi in gola nessuna esultanza e si candida seriamente a sgonfiare il palloncino di un’Inter che in tanti hanno definito imbattibile. Niente e nessuno spaventa chi non nasconde le proprie ambizioni dietro un dito e sa tirare fuori al momento giusto la grinta per vincere.

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