Al The Place ecco i cantanti «residenti»

Fabrizio De Feo

È un cuore musicale che batte al centro di Roma. Un locale a cui non basta entrare nelle mode, ma che vuole radicarsi nei gusti del pubblico mettendo le sette note al centro della sua attività. Il battito in questione è quello del «The Place», il club di via Alberico II che riaccende i motori e per la stagione 2005-2006 rilancia con decisione al tavolo dei concerti live, scegliendo lo spartito della qualità.
L’idea di fondo è quella di puntare su un nucleo ristretto di musicisti emergenti, creando una sorta di «music family», un gruppo d’artisti che identifichino il locale e di cui il pubblico romano possa seguire la crescita nel tempo. Per questo il «The Place» con il direttore artistico Antonio Pascuzzo - un avvocato con la passione della buona musica - ha scelto di proporre una formula particolare: quella del concerto a cadenza mensile di sei musicisti, i cosiddetti «belli di casa». Questa compagnia di giro - una sorta di cartellone permanente riproposto a rotazione - è composta da alcune delle perle più brillanti della giovane canzone italiana, con l’aggiunta di due «fuoriquota» come il «cantattore» Rocco Papaleo e il chitarrista Marco Rinalduzzi, uno dei musicisti preferiti dai big della canzone. Nella squadra dei fedelissimi del «The Place» figurano anche due cantanti lanciatissimi come Ivan Segreto, songwriter raffinato dalle venature jazz ma anche legato alle sonorità siciliane scoperto da Franco Battiato. E Patrizia Laquidara, vocalist vicentina dal talento cristallino e dalla straordinaria cultura e curiosità musicale.
Se Segreto e Laquidara sono ormai artisti affermati, ancora in rampa di lancio sono gli altri due nomi della «factory» del The Place: i Funk Off, street band di qualità, e Diego Caravano, già nei Neri per Caso ora pronto a lanciarsi da solista. Si chiude, poi, con il già citato Marco Rinalduzzi che invita i suoi amici per le sue serate unplugged a cadenza fissa. «Sono artisti che iniziano a sentire il nostro locale come una casa musicale - spiega Pascuzzo - un gruppo di fedelissimi che spesso, un’ora dopo il concerto riprendono in mano gli strumenti e si ritrovano insieme per indimenticabili jam-session. D’altra parte questo è lo spirito del club. Certo sappiamo che alcuni di loro presto prenderanno il volo ma a noi piace averli qui e vivere quello che probabilmente rimarrà il periodo più generoso della loro carriera». Il progetto della «The Place Family» nasce da un’idea dello stesso Pascuzzo. «Abbiamo dovuto vincere le resistenze dei manager che temevano una sovraesposizione ma ora hanno capito che creare questo stretto rapporto con il pubblico funziona eccome». I progetti e le «convocazioni» per il futuro non mancano.

«Da qui sono passati e ripasseranno Sergio Caputo, Alberto Fortis, Vince Tempera; i giovani ma già affermati Simone Cristicchi e Pier Cortese. Senza dimenticare la rassegna “La Roma di Amilcare”, insieme al Club Tenco. Una formula che ripeteremo con Sergio Cammariere e con altri big pronti a rimettersi in discussione qui al The Place».

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