Diego Pistacchi
Listinto gli suggerirebbe di stare a vedere di nascosto leffetto che fa costringere certi consiglieri comunali a ripetere le loro considerazioni su Fabrizio Quattrocchi dopo quello che ha detto e fatto il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. Ma Gianni Plinio fa il signore della politica e offre a Giuseppe Pericu la via di fuga per evitare di portare la figuraccia alle estreme conseguenze. «Sarebbe assai bello se Pericu, come già fece il sindaco di Roma Walter Veltroni proponesse personalmente la dedica di una via a Fabrizio Quattrocchi anche nella sua città - il capogruppo di An in Regione offre lassist al rivale -. Potrebbe rivolgersi in prima persona alla commissione toponomastica. Sono certo che un atto coraggioso di questo tipo da parte del sindaco riceverebbe lunanime apprezzamento e metterebbe la parola fine a polemiche che, dopo la medaglia di Ciampi, non hanno più alcuna ragione di esistere».
Lonore delle armi allo sconfitto nasconde però uninsidia, visto che Rifondazione, Comunisti Italiani, Verdi, ma anche i Ds genovesi e quella Margherita che in aula aveva scelto di non scegliere, non farebbero certo a gara per inserirsi nella cerchia dei sostenitori dell«unanime apprezzamento». E non a caso già lunedì Pericu, alla notizia della scelta del Quirinale, aveva evitato commenti affidandosi a un comunicato freddo, breve e imbarazzato che almeno non scontentava nessuno. E pazienza se ora anche i monarchici chiedono le sue dimissioni. «In Repubblica non cè scampo - ironizza infatti Michele Forino, segretario ligure di Alleanza Monarchica -. Ciampi ha sconfessato il futuro ministro Pericu. Si impongono le dimissioni». L«Unione per le Libertà» invece ringrazia Ciampi e guarda avanti: «E ora ai caduti di Nassirya», rilancia il volantino del gruppo che spera di ottenere un analogo riconoscimento per i militari e i civili trucidati.
Come già il Comune aveva sperato di far passare londa emozionale del video delluccisione di Fabrizio Quattrocchi, rinviando sempre il consiglio sullintitolazione della via, anche in questo caso il tempo potrebbe servire ad affievolire il ricordo della figuraccia. Chi non dimenticherà mai è invece Graziella Quattrocchi, che ancora una volta, a nome di tutta la famiglia, ha voluto ringraziare l«Italia e gli italiani». E ha ribadito come «chi ha conosciuto Fabrizio sappia che certe falsità dette sul suo conto appartengono a persone dalla mentalità ristretta e dallo spirito non libero». Espressioni infelici che «però non ci toccano», assicura la sorella del bodyguard ucciso. Genova ingrata, Genova sconfessata dal presidente della Repubblica. Ma Genova che resta comunque la città di Quattrocchi. «Amava molto la sua città - ricorda Graziella -. E credo che i suoi concittadini gli abbiano voluto bene, senzaltro più di quello che si è sempre saputo.
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