Il pm Amelio: "Continueremo a cercare la verità"

Roma - Nonostante la Cassazione abbia chiuso il processo penale sulla vicenda Ustica con l'assoluzione definitiva dei due generali processati per alto tradimento, la Procura non rinuncerà a cercare la verità. Il pm Erminio Amelio che si è occupato del caso Ustica per la Procura generale che oggi si è vista dichiarare inammissibile il ricorso, dice: "La decisione di oggi chiude definitivamente questo troncone di processo per il quale è stata emessa definitivamente la parola fine. Sulla responsabilità dei generali non si può più fare nulla, ma da parte nostra continueremo a cercare la verità". Il pm Amelio si rende conto che sono ormai passati 30 anni dalla strage del Dc9 Itavia, e che dunque ogni tipo di lavoro sarà difficile. Comunque afferma: "Noi stiamo lavorando sulla falsariga della sentenza del giudice Priore che nella sua ordinanza disse chiaramente che sono ignoti gli autori della strage. Le ricerche - cotninua - stanno dando esiti, ma vedremo se potranno essere utilizzati perchè dopo 30 anni...".

Risvolti morali Il pm pensa anche al risvolto morale che la decisione della Cassazione ha provocato. "Questo verdetto impedisce ai familiari delle vittime ogni possibilità di risarcimento. Se la Cassazione avesse accolto la nostra richiesta di cambiare la formula piena assolutoria con l'altra perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato sarebbe rimasta in vigore la sentenza di primo grado dando così la possibilità ai famigliari di rivalersi in sede civile".

Il pm si riferisce alla decisione della Terza Corte d'Assise di Roma del 30 aprile del 2004 che assolse Lamberto Bartolucci, Franco Ferri, Zeno Tascio e Corrado Melillo per i presunti depistaggi, ma per un capo di imputazione nei confronti dei primi due, riguardante l'informazione alle autorità politiche della presenza di altri aerei la sera dell'incidente, fu considerata la prescrizione e quindi individuate le responsabilità dei generali dell'Aeronautica.

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