da Milano
Si è conclusa con 63 richieste di
condanna, una di assoluzione per prescrizione e una di non doversi procedere «per la morte del reo» la requisitoria del Pm nel processo in corso a Brescia per il crac della finanziaria Italcase. Una voragine da mille miliardi di vecchie lire, che iniziò a manifestarsi agli inizi degli anni Novanta per trascinarsi lungo tutto il decennio, fino al fallimento del gruppo fondato dal geometra di Bedizzole Mario Bertelli. Per lui è stata chiesta la pena più pesante, 16 anni. Bertelli e altri devono rispondere, tra l'altro, di associazione per delinquere. Una posizione diversa da quella di altri imputati più noti, per i quali sono state chieste condanne che vanno da uno a 4 anni di carcere. Qui il reato contestato è di «bancarotta preferenziale». Si tratta dei consiglieri delle tre banche (Banco di Roma-Capitalia, Bna (oggi Antonveneta), e Banca Agricola Mantovana) che concessero finanziamenti al gruppo, secondo l'accusa finalizzati a far sì che i crediti degli istituti diventassero da chirografari, privilegiati.
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