Il pm con l’avvocato che ne sa di più

La notizia è nota: la Procura di Milano si costituirà in udienza davanti alla Corte costituzionale, che dovrà decidere sul conflitto di attribuzioni sollevato da Camera e Senato per il cosiddetto processo Ruby, nel quale il premier Silvio Berlusconi è accusato di concussione e prostituzione minorile. E fin qui, per chi conosca appena appena la giustizia di rito ambrosiano, siamo alla normale amministrazione, si direbbe. A costituirsi in giudizio davanti alla Consulta, in rappresentanza dei magistrati che hanno indagato sulla vicenda e che intendono mantenere il processo nel capoluogo lombardo, è stato il procuratore della Repubblica, Edmondo Bruti Liberati.
Adesso tenetevi forte: a rappresentare Bruti Liberati nel giudizio presso la Corte costituzionale sarà l’avvocato Federico Sorrentino, del Foro di Roma, come si legge in un comunicato diramato dalla Procura di Milano. «“La Camera si è arrogata il potere di interferire con l’esercizio del potere giudiziario al di fuori di qualsiasi previsione costituzionale”, scrive l’avvocato Federico Sorrentino per conto di Bruti Liberati», precisa La Repubblica, quella di carta, che in materia fa testo. Sembra di sognare. Un avvocato che scrive per conto di un procuratore generale? Un giudice che ha bisogno di un avvocato per compiere un atto giuridico? Un avvocato che deve essere pagato? E chi lo paga? Il procuratore Bruti Liberati di tasca propria? In tal caso sarebbe chiaro l’interesse personale in una pratica d’ufficio. No, non può essere. E allora chi scuce? Lo Stato? E quando mai lo Stato retribuisce un avvocato privato per aiutare i giudici? Oppure il legale in questione lavora gratis, per amicizia? Quand’anche così fosse, perché è stato nominato proprio lui e non un suo collega? Ma poi: il fatto che un giudice si rivolga a un avvocato non è un modo occulto per fare pubblicità al prescelto? E non insinua nei cittadini il molesto sospetto che quell’avvocato possa avere dei particolari rapporti con i pubblici ministeri? Senza contare che un magistrato bisognoso della consulenza di un legale lascia supporre che il secondo ne sappia di più del primo.


Vale infine la pena di ricordare che nell’eventualità in cui un pubblico ufficio abbia necessità di assistenza legale, deve servirsi solo dell’Avvocatura dello Stato, circostanza peraltro improponibile nel caso di specie giacché l’Avvocatura assiste già il governo. Finora non s’era mai saputo di un giudice che chiede d’essere assistito da un avvocato, se non in questioni personali. Vuoi vedere che i magistrati di Milano hanno indagato sul caso Ruby per fatto personale?

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