Un po alla volta, escono tutti. Le esigenze cautelari si sono attenuate. Ma verosimilmente, esce chi ha iniziato a «cantare». «Molte persone si sono sedute davanti a me e mi hanno parlato di combine anche in serie A», spiega in unintervista alla Stampa il procuratore di Cremona Roberto di Martino, titolare del fascicolo sul calcioscommesse. Facile, dunque, che gli indagati abbiano cominciato a collaborare. Così ieri si sono aperte le porte del carcere per Massimo Erodiani (gestore di alcune ricevitorie) e Marco Pirani (il dentista di Ancona), entrambi arrestati l1 giungno, e ai quali il gip Guido Salvini ha concesso i domiciliari.
Trascina un trolley, prende un taxi e corre alla stazione. «Voglio solo tornare a casa e riabbracciare i miei figli, a cui ho tolto 11 giorni di vita», le uniche parole di Erodiani dopo essersi lasciato alle spalle le porte del carcere. E «sto bene», si limita a dire Pirani. Nessun commento sullinchiesta. Ma è chiaro che la prima fase dellindagine, con il giro di interrogatori davanti al gip e al pm, è praticamente conclusa. Il giorno prima, i domiciliari erano stati firmati per il commercialista Gianfranco Parlato e per il dirigente del Ravenna Giorgio Buffone. Ancora, revocate le misure cautelari dellex calciatore Mauro Bressan, mentre per laltro commercialista del gruppo dei «bolognesi», Manlio Bruni, era stato disposto lobbligo di firma. Dunque, chi resta? Innanzitutto Beppe Signori, «mister 200 gol», ora ai domiciliari e per il quale i legali non hanno ancora presentato alcuna istanza, ma che lamentano «laccanimento mediatico» contro lex bomber di Lazio e Bologna. Poi cè Antonio Bellavista, ex del Bari, che martedì dovrebbe essere interrogato in Procura, e Marco Paoloni, il portiere di Cremonese e Benevento con la febbre delle scommesse e lassillo dei debiti. Listanza per la sua scarcerazione è stata presentata ieri dal suo legale, lavvocato Emanuela Di Paolo, che ha spiegato come il giocatore sia «soddisfatto del suo interrogatorio» e voglia «tornare al più presto dalla sua famiglia».
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