Il pm Lotti: «Roma la piazza più grande per la droga»

Maxisequestri, fiumi di droga, decine di «corrieri» stanati ogni mese: oggi, Roma è la più grande piazza italiana del traffico di stupefacenti. A dirlo, questa volta, è il pm della Procura di Roma presso la Direzione distrettuale antimafia Lucia Lotti, che ieri ha partecipato in giunta regionale, alla presentazione del libro di un altro magistrato, Otello Lupacchini, «Banda della Magliana, alleanza tra mafiosi, terroristi, spioni, politici, prelati». Non solo. Il pubblico ministero ha spiegato anche perché. «Quello della droga rappresenta uno straordinario mercato per il riciclaggio e il reimpiego di denaro proveniente da attività illegali. Ci troviamo di fronte ad una vera e propria economia alternativa». Già, milioni di euro esentasse che ogni anno rimpinguano le tasche di promettenti «nuovi imprenditori». I soldi della coca finiscono così per trasformarsi in attività «pulite»: bar, ristoranti, centri sportivi, solarium. Chi fa da tramite con i cartelli dei narcos sudamericani, spesso, compra la «merce» col beneplacito dei boss della malavita organizzata, quelli che fanno capo agli spietati clan della camorra, alle ’ndrine calabresi, ai picciotti siciliani. Famiglie da anni trapiantate alle porte di Roma, più a sud verso i Castelli Romani, nella provincia di Latina, oppure arrivati ormai al cuore della Capitale piazzando basi e avamposti sul litorale. Milioni di euro la posta in gioco, la capacità di controllo del territorio. Quella attuale, secondo il pm, sarebbe una situazione di calma apparente. E solo per un caso le «pistole» non sono ancora tornate a parlare. «Al momento la situazione è tranquilla - ha continuato la Lotti - perché vengono rispettati accordi di spartizione territoriale. È necessario però prendere coscienza della gravità di questo quadro, altrimenti domani potrebbe essere impossibile governare la città». Secondo il magistrato attualmente a Roma ci sono gli stessi rischi del periodo in cui hanno imperversato in città Abbatino & Co.. «Ma - ha precisato - le dimensioni sono aggravate. La banda della Magliana ha rappresentato un episodio che però ha lasciato delle tracce. Attualmente riscontriamo nella capitale da parte della criminalità una forte capacità di governo, in cui manca assolutamente qualsiasi tipo di casualità: a Roma - ha proseguito - diventano stabili realtà criminali nate in altri territori senza contare che nel forte flusso di immigrazione si inseriscono anche dinamiche di tipo criminale che danno vita a collegamenti con i diversi paesi d’origine». Il pm ha poi mandato un messaggio al mondo della politica: «Si ripensi allo smantellamento delle nostre strutture. Giorno dopo giorno vedo dissolversi - ha concluso - le nostre capacità operative». «Le dichiarazioni del sostituto procuratore Lotti - commenta il ministro del governo e candidato al Comune di Roma Gianni Alemanno - la dicono lunga sul quadro di virtuale sicurezza e tranquillità che la giunta Veltroni cerca di proiettare sulla città».

Replica secca Liliana Ferraro, assessore alla sicurezza: «La realtà terrificante prospettata dalla dottoressa Lotti non è mai stata rappresentata dalle autorità competenti sul territorio». Forse basterebbe dare un’occhiata alla cronaca di tutti i giorni.

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