Il pm senza casacca che mette sotto accusa l’ex pm

RomaRomano, cinquant’anni, Attilio Pisani da oltre un decennio è sostituto procuratore nella capitale. Il pm che ha indagato per truffa l’ex collega Antonio Di Pietro, insieme all’aggiunto Alberto Caperna (responsabile del pool di reati a danno della pubblica amministrazione e in questi giorni impegnato nelle inchieste sugli appalti al G8), in passato è stato nel gruppo «colpe professionali» ed è ritenuto un esperto di responsabilità medica.
Si è infatti occupato di questioni legate ai camici bianchi e di problemi come l’eutanasia e ha seguito inchieste che riguardavano la questione delle trasfusioni ai Testimoni di Geova, come nel 2004, operazioni come quella del 2007 al Policlinico romano a una donna alla quale si sospettava fosse stato asportato per errore un organo sano o, nel 2008, un’email ritenuta diffamatoria che circolava all’università Cattolica di Milano quando scoppiò lo scandalo Parentopoli, perché un posto di ricercatore in Medicina era stato attribuito a una laureata in Lettere.
Pisani è anche stato vari anni alla Corte costituzionale, dove ha lavorato prima all’ufficio ruolo in massimario e, dal ’93, come assistente del giudice Fernando Santosuosso, che veniva dalla Cassazione ed è un grande esperto di bioetica. Passò alla Procura di Roma prima che il mandato del giudice costituzionale scadesse nel 2001.
Ai suoi colleghi non risulta che sia un pm impegnato «politicamente», in una o nell’altra delle correnti della magistratura. Qualcuno anzi lo definisce «un battitore libero».
Sui giornali il suo nome è finito recentemente, per la vicenda della lettera su Dagospia che criticava il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, riguardo allo stupro avvenuto a La Storta. Fu lui a chiedere 3 mesi di reclusione, per diffamazione, per Barbara Palombelli, l’ex assessore regionale Mario Di Carlo e Nicoletta Ercole, che proprio questo mese sono stati invece condannati solo a una multa.


Nel 2005 il pm Pisani ha anche indagato sulla morte della pornostar Moana Pozzi, dopo la pubblicazione di un libro che sollevava dubbi sulla sua scomparsa.
L’anno dopo si è occupato di liti familiari tra vip, in particolare della denuncia della moglie dell’arbitro Massimo De Santis, che rimase fuori casa perché lui aveva cambiato la serratura.

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