Un po’ di Comune dentro il listino: era la scommessa su cui puntare

di Sabrina CottoneC’è un buco nero nel listino bloccato, l’elenco di coloro che hanno la certezza dell’elezione insieme con Roberto Formigoni. Manca un consigliere comunale, qualcuno che sia esperto del lavoro che gravita intorno a Letizia Moratti. La carenza è grave per due motivi. Il primo è che non ci sarà nessuno che faccia da collegamento istituzionale tra Palazzo Marino e il Pirellone su competenze importanti come l’urbanistica. Il secondo motivo, altrettanto pesante, è che si è tolta ai politici comunali la speranza che il cursus honorum, la carriera politica nel suo senso migliore, sia un percorso alla portata di tutti coloro che si impegnano sul serio e non solo di chi si dedica a coltivare il proprio orticello di voti. Non ha senso demonizzare il listino bloccato tout court, semmai bisognerebbe usarlo bene, rispettando i criteri per cui esiste, tra i quali concedere una carriera politica basata sul merito anche a coloro che si trovano a esercitare incarichi difficili o oscuri, che costringono a rimanere defilati, causano più inimicizie e grattacapi che onori, costringono a dedicarsi alla macchina del partito o dell’istituzione più che alla ricerca di consenso e supporto elettorale. È un lavoro duro ma qualcuno deve pur farlo ed è utile, oltre che giusto, premiarlo con ulteriori competenze. Il promosso diventa modello per chi resta. Si tratta di seguire una logica politica, e non (solo) di fiducia personale, come è accaduto per i capigruppo in consiglio regionale e per il responsabile organizzativo del partito in Lombardia, iscritti nel listino bloccato.

Se il sindaco avesse spinto da subito, con forza e senza tentennamenti in questa direzione, avrebbe ridato slancio e respiro al consiglio comunale, aprendo nuovi spazi e infondendo ottimismo. Il suo candidato avrebbe avuto la spinta del buon senso politico e forse lei avrebbe ottenuto un risultato diverso.

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