Medicina

Poca igiene, rischio di micosi

Le infezioni fungine, frequenti dopo il periodo estivo, vanno curate subito per evitare complicazioni anche gravi

Ignazio Mormino

L’estate lascia qualche brutto ricordo. Le micosi, per esempio, raggiungono il loro «picco», favorito dal caldo umido, nei mesi delle vacanze. Sono infezioni da «funghi», di tipo parassitario, che è meglio curare subito, per evitare che degenerino. Le sedi più colpite sono le dita dei piedi, le unghie, l’inguine. Solo la pitiriasi versicolor, che si riconosce dalla presenza di grandi chiazze bianche, sceglie il torace, la nuca e qualche volta anche le braccia.
La dottoressa Claudia Gianni, che dirige il servizio di micologia e parassitologia dermatologica all’ospedale San Raffaele di Milano, sostiene che un italiano su quattro soffre o ha sofferto di micosi. «I bagni di mare, le docce, le piscine - dice - sono luoghi che diffondono le infezioni fungine. Anche le palestre, quando non vengono sottoposte a frequenti disinfezioni, possono rappresentare una fonte di contagio».
In particolare un dermatologo che conosce bene questo tipo di patologie, pone la diagnosi prima sul piano clinico (i sintomi riferiti dal paziente sono il prurito, il cattivo odore e nelle forme che colpiscono le dita dei piedi qualche difficoltà di movimento), poi sui dati di laboratorio. Si prelevano piccole superfici di cute, di capelli, di unghie e si sottopongono a coltura (responso dopo due settimane) o all’esame microscopico (responso immediato).
«La terapia - dice ancora la dottoressa - dipende dal tipo di micosi e dalla sua estensione. Sono molti i farmaci indicati; quello di prima scelta è la terbinafina, molto efficace sui dermatofiti. Nei soggetti anziani (che sono i più soggetti alla micosi delle unghie, mentre le forme inguinali colpiscono soprattutto i giovani) bisogna evitare di ricorrere a farmaci che possono disturbare l’azione di altri principi attivi destinati a curare, per esempio, patologie cardiache e metaboliche».
«C’è anche una terapia topica, o locale, che consiste nell’impiego di creme, lacche, polveri, lozioni. Bisogna in ogni caso controllare che esista, accanto all’efficacia, un alto margine di tollerabilità. La terbinafina è sempre ben tollerata ed ha pochissime controindicazioni».
La diffusione delle micosi, per fortuna non in crescita ma neppure in diminuzione, rivela che - in una società come la nostra, tecnologica, evoluta, presuntuosa - l’igiene non è una certezza. Basta un asciugamano per diffondere patologie che certamente non sono mortali ma che possono durare anni, con disagi tutt’altro che lievi.
Se la parola prevenzione è ancora importante, si raccomanda dunque, come ribadisce Claudia Gianni, un maggiore rispetto delle più elementari regole dell’igiene personale e naturalmente di quella ambientale.

Meglio rinunziare a una doccia che farla in promiscuità; meglio non frequentare ambienti troppo affollati dove pascolano funghi e parassiti in attesa di clienti.

Commenti