«Poca trasparenza su Cotral Patrimonio»

A Marrazzo piace il confronto? Non mi pare

«Poca trasparenza su Cotral Patrimonio»

Piovono critiche sul nuovo consiglio di amministrazione di Cotral Patrimonio, l’azienda regionale incaricata di gestire il patrimonio infrastrutturale, mobiliare e immobiliare (strumentale e non), funzionale all’esercizio del trasporto pubblico regionale su gomma erogato da Cotral. Alla Pisana l’opposizione di centrodestra boccia il passaggio da un amministratore unico (Antonio Mallamo) a un Cda a cinque, che per inciso è composto da Mauro Calamante (ex assessore ai Trasporti dell’era veltroniana), Maurizio Venafro (capo gabinetto di Nicola Zingaretti a palazzo Valentini)m Antonio Picarazzi (assessore alle Politiche per la programmazione economica e finanziaria nel Comune di Tivoli), Andrea Palma (del gruppo consiliare dell’Italia dei Valori alla Regione) e con Piero Ambrosi (ex assessore provinciale alle Politiche della viabilità) presidente. Sulla questione è intervenuto Massimiliano Maselli, consigliere regionale del Pdl, che da tempo segue con attenzione l’attività di Cotral Patrimonio.
Il nuovo Consiglio di amministrazione di Cotral Patrimonio ha suscitato in questi giorni diverse polemiche. Lei cosa pensa al riguardo?
Il futuro di Cotral Patrimonio, essendo un’azienda regionale, riguarda tutte le forze politiche e non solo l’attuale maggioranza. Eppure, le nomine fatte non sono state concordate con l’opposizione. Anzi, ancora peggio, noi ne siamo venuti al corrente a giochi fatti, attraverso i comunicati stampa. Si è trattato di una mancanza di stile da parte del governatore della Regione. Il che è ancora più sorprendente considerato che, almeno a parole, Marrazzo dice sempre di essere aperto al confronto. Alla trasparenza. Ebbene, a quanto pare questa volta non è stato così. Ecco come la penso.
La parziale scissione avvenuta all’interno di Cotral, con la nascita di Cotral Patrimonio, era tesa a valorizzare i beni patrimoniali dell’azienda. Finora questa operazione a quali risultati ha dato esito?
Se ci atteniamo ai fatti la valorizzazione dei beni patrimoniali di Cotral di cui tanto si è parlato quando ha visto la luce Cotral Patrimonio sembra proprio che non ci sia stata. I risultati ottenuti finora, infatti, appaiono deludenti. Basti pensare che fine ha fatto la vecchia sede Cotral in via dei Radiotelegrafisti, che doveva essere venduta per fare cassa e invece risulta occupata abusivamente da più di un anno.
La decisione di passare da un amministratore unico a un Cda formato da cinque consiglieri è apparsa al centrodestra una scelta antieconomica. Ma si tratta solo di un problema di soldi?
I compensi dei consiglieri verranno stabiliti a breve, ma immagino che la somma complessiva sarà importante. Il problema, però, non è solo questo.

Con un consiglio di amministrazione così folto si corre il rischio oggettivo di appesantire un’azienda che era nata per essere snella, veloce, in modo da garantire una maggiore efficienza e gestire al meglio l’aspetto patrimoniale. Cosa che, già quando c’era un amministratore unico, non si è avverata. Ora, poi, che ci sono 5 consiglieri che devono mettersi d’accordo ogni volta, le cose rischiano di peggiorare .

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