Pochi spiccioli per acquistare il cane «clochard»

Petizione a Sestri Levante per la «bau-beach» e per vietare l’accattonaggio con i cuccioli

Pochi spiccioli per acquistare il cane «clochard»

Maria Vittoria Cascino

da Sestri Levante

Lo strattona. Lo apostrofa in italiano stentato. Lo vuole lì, vicino a lui. Vicino al piattino dell'elemosina. Possibilmente con le orecchie basse, la coda fra le zampe e gli occhi umidi. È domenica pomeriggio, cerchi un po' di fresco in carruggio e intanto va in scena l'ennesimo atto del clochard con amico a quattro zampe al seguito. Una, dieci, cento volte. In carruggio, alla Baia del Silenzio, in corso Colombo. Fior di cuccioli accanto ai senza fissa dimora. Cuccioli di razza che t'allargano il cuore e il borsellino. Che vengono venduti per qualche centinaio di euro. Che vengono rimpiazzati rapidamente. E di fronte il padrone, che a stento ti capisce, che ti chiede euro per dare da mangiare agli animali, che se gli chiedi dove ha trovato quel cucciolo, che non ha neanche gli occhi per piangere, abbozza un sorriso e fa cenno di no, di non comprendere. E se lo tira vicino. In modo innaturale, esagerato. E apre la mano. La scena si ripete. Qualcuno picchia anche violentemente i cani. Storie che incrociano il quotidiano ma sembrano non lasciare traccia. Finché un gruppo di cittadini a guardare non ci sta. Cercano il contatto col clochard. Portano da mangiare ai cani. E parlano. Scavano nelle abitudini. Una domanda, mezza risposta. Il gruppo s'allarga. Per amore degli animali. Per difenderne la dignità. Sono loro che hanno notato questo strano commercio di cuccioli. Che stanno allerta se sospettano violenze. Che chiamano i vigili, un giorno sì e l'altro anche. Che hanno raccolto 250 firme per chiedere al sindaco Andrea Lavarello di firmare una delibera contro l'accattonaggio con animali. Che hanno allargato il discorso al benessere dei cani con un sondaggio sulle urgenze e gli spazi. Intanto sono loro che fanno il diavolo a quattro quando sull'assolato lungomare trovano i cani chiusi nelle auto («in Francia le forze dell'ordine spaccano i vetri per liberarli»). Sono loro che chiamano i veterinari dell'Asl 4 per soccorrere gli animali maltrattati. Che poi «trasferiamo in un canile privato convenzionato a Maissana nel caso il proprietario non sia in grado di tenerli - ci spiega Celestino Abate, dall'Asl -. Se sono malati vengono curati per poi finire al canile di Genova». Si torna a bomba. «Qui non ci sono strutture per loro» insistono gli amici del gruppo, mentre sul tavolo mostrano la quantità di regolamenti per la tutela e il benessere degli animali prodotti da molte città d'Italia. C'è anche la nostra legge regionale che dà precise indicazioni di comportamento ai comuni. «Solo nel savonese hanno le bau beach. Ma a Sestri sono sempre di più le persone, turisti compresi, che chiedono spazi attrezzati per gli amici a quattro zampe. Che stanno male per le sofferenze inflitte dai clochard ai cani. Abbiamo chiesto al sindaco di emettere un'ordinanza che vieti l'accattonaggio con animali. Niente». L'amministrazione però si sta interrogando. «Stiamo valutando l'ipotesi di una spiaggia attrezzata per cani-spiega Lavarello-Non è facile. Ci sono regole da rispettare. ». E aggiunge: «Le persone che trattano male i cani sono da perseguire. Ma ci sono clochard che amano i loro cani». Intanto, un pomeriggio qualunque di sole, su un pennello di scogli, s'è piazzato un gruppo di giovani. Con tanto di zaino, birre e due cani che sembrano vitelli. Che vanno avanti e indietro tra i bagnanti stesi. Arrivano i vigili, sono in tre, spiegano che i cani lì non possono stare. Un film già visto.

I cittadini amici degli animali sono esasperati: «Dove li porti? Ci sono persone che pagano accompagnatori per far correre in collina i loro animali. Qui ci sono solo divieti». Il tam tam continua. Il passa parola è un conduttore formidabile, «l'unica speranza perché tutto non affondi nell'indifferenza».

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