Poesie giganti in forma Pop

Al Pac grande mostra dell’artista americano simbolo del pacifismo

A Milano, in Piazzetta Reale, a piazza della Scala e Duca D'Aosta ed in Corso Vittorio Emanuele sono comparse le monumentali sculture metalliche a forma di scritte e numeri di Robert Indiana ( New Castle, Indiana, 1928), artista, scenografo e costumista in bilico tra il Minimalismo e la Pop Art. Da oggi il Pac presenta una grande antologica dell’artista che ha esordito a Chicago come disegnatore di elenchi telefonici, lavorò al fianco di Warhol, Rosenquist e altri protagonisti del movimento pop. Lo scultore è inconfondibile per l'uso di elementi segnaletici, caratteri alfabetici ispirati alla grafica pubblicitaria, trasformati in sculture semplici, iconiche riprodotte in scala gigante. Queste enormi sculture «en plein air» "sono i prodromi della prima retrospettiva italiana a cura di Guido Comis, organizzata dalla galleria Gmurzynska di Zurigo inaugurata al Pac dedicata all'artista statunitense noto solo per la celeberrima «Love»", la scritta tridimensionale con la O inclinata ideata nel 1964 come cartolina natalizia, composta da quattro lettere sovrapposte e colorate, divenuta l'icona degli anni Sessanta e il simbolo del pacifismo della hippy generation. Il Pac ne espone una versione in marmo (1980-200) scolpita a Pietrasanta. L'opera detiene il primato di visibilità e di riproducibilità; infatti ormai fa parte dell'immaginario collettivo come la «Campbell's tomato soup», le scatole di «Brillo» di Warhol, o la fotografia che nel 1960 Alberto Korda scattò a Che Guevara. Indiana non riuscì a registrare i diritti d'autore per la sua opera di immediata capacità comunicativa, così l'immagine è stata riprodotta, banalizzata innumerevoli volte con sculture, manifesti e soprammobili da tavolo e oggetti di design.
In piazza della Scala campeggia «Amor», versione italiana della mitica «Love», stampata nel 1973 (l'anno della fine ufficiale della guerra del Vietnam) su un francobollo celebrativo da otto centesimi dal servizio postale degli Stati Uniti. «Love» è l'attuale simbolo della cultura dello skateboard. Dal dipinto «The Slips» (1959), in mostra al Pac, Indiana ha condiviso i temi della cultura «popular» americana, nelle sue opere non è mai stato compiacente della cultura di massa, ma critico della società consumistica statunitense. Fu pacifista impegnato, contro la guerra del Vietnam, ha dipinto anche «Peace Painting», dal 1978 e pochi sanno che dopo l'11 settembre del 2001, l'artista statunitense realizzò una serie di dipinti per la pace esposti a New York nel 2004. La mostra offre una sintesi della sua straordinaria ricchezza di significati dal dipinto "Decade Autoportrait 1968", del 1972; è una grande tela che ha come antecedente un' altra opera di tema numerico Figure Five in Gold di Demuth. Tutte le sue opere contengono una molteplicità di segni e significati, allusioni e dissacrazioni della cultura di massa. Sono opere apparentemente semplici, immediate ma in realtà celano messaggi subliminali che svelano vizi e virtù dell'americano medio.

Al Pac, oltre alle «poesie scultoree», sono esposti dipinti, assemblaggi, colonne con iscrizioni e tele recenti, sulle quali sono raffigurati nuovi ideogrammi, codici grafici del nostro tempo ispirati alle lettere tipografiche.

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