Poetico Van De Sfroos «portavoce» d’Insubria

Il nome di Van De Sfroos è tra quelli che aprono un mondo fatto tutto di poesia, tradizioni secolari e un radicato attaccamento alla propria terra. Davide Bernasconi (questo il vero nome all'anagrafe) è tra i pochi musicisti italiani che hanno saputo affermarsi sui grandi palcoscenici nostrani cantando (quasi) sempre in dialetto. E non si tratta dei celebri, e spesso oggetto di ironia, napoletano o milanese (sarebbe stato più facile affermarsi!). La sua sfida è stata quella di proporre l'amato e quasi sconosciuto «tramezzino», meglio detto «laghée», ovvero una variante del dialetto insubre. Ne consegue che quasi tutte le sue canzoni fanno capo al lago di Como, luogo che ha ispirato poeti e romanzieri, al suo spirito profondo, ai suoi lati sporchi e puliti, dalle luci alle sue ombre, ruotando attraverso tutti i paesi rivieraschi, senza mai però perdere d'occhio la città. Quella di stasera presso Villa Arconati di Bollate (dalle 21.30, per informazioni 800474747) non sarà una delle ultime occasioni estive per vedere all'opera Davide Van De Sfroos nei dintorni di Milano. Il cantautore brianzolo suonerà anche il 27 giugno a Varese, il 16 luglio nel Bergamasco e il 18 nel Comasco, a un passo da casa. Ma perché aspettare? Inoltre, il fascino della Villa è assicurato da poche altre location in tutto il Nord Italia. Van De Sfroos sarà accompagnato da affermati compagni di viaggio. Rispetto alla formazione tradizionale, si è inserito quest'anno Jaime Scott Dolce (chitarre e seconda voce), capace di evocare un sound tra le radici del blues del Mississippi e il funk elettrico alla Jimi Hendrix, oltre ad Andrea Taravelli (basso) che con il fidato Silvio Centamore (batteria) compone una potente sezione ritmica in grado di portare dinamismo e colori tipici della musica del Sud degli States.

Confermati invece Michele Papadia, noto pianista ed organista Hammond che vanta infinite collaborazioni con musicisti jazz e blues internazionali, e Angapiemage Persico, virtuoso violinista che rappresenta l'anello di congiunzione fra il passato e il presente, tra una musica che ricorda la tradizione e un'altra di segno opposto che invece guarda al futuro. L'anno scorso Van De Sfroos uscì col disco «Pica!», il settimo registrato in studio. E fu un successo fin da subito: raggiunse la quarta posizione in classifica alla prima settimana dall'uscita.

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