Poker e casinò nel mirino dei siti esteri

Filippo Grassia

Senza tregua la guerra ai siti stranieri fuorilegge. L’Amministrazione Autonoma dei Monopoli, applicando una recente norma contenuta nella Finanziaria, ha oscurato altri 35 siti di scommesse, poker e casino on line considerati illegali: si giunge così a un totale di 586 siti non più raggiungibili dall’Italia. Il provvedimento ha riguardato, per la prima volta, due siti con il suffisso «.it» (expekt.it e delicato.it) perché non rispondevano alle norme in vigore nel nostro Paese. Nell’ultima lista figurano nomi di peso quali Ladbrokes, Betandwin, Betshop, Eurobet, William Hill e Betfair. Questo ulteriore giro di vite giunge nella stessa settimana in cui l’Unione Europea ha prorogato di tre mesi il tempo concesso alla Finlandia per preparare una memoria sulla legittimità del monopolio statale sul gioco. Un problema comune ad altri Paesi fra cui l’Italia. Alla base dell’iniziativa comunitaria, il reclamo sporto da Ladbrokes, il maggior bookmaker al mondo.
Secondo Maurizio Ughi di Snai e Massimo Passamonti di Match Point il problema non riguarda la raccolta delle scommesse, per quanto rilevante, bensì l’opportunità di giocare on line su casino e poker, ovvero su due opzioni assolutamente vietate dalla nostra giurisprudenza. Il presidente di Snai non ha dubbi sulla vera finalità: «L’obbiettivo dei siti esteri è quello di portare la clientela a puntare somme cospicue su giochi, come il casinò e il poker, che non possono essere offerti in Italia. Per il legislatore non ci sono spazi di manovra in questo settore, troppo forte l’effetto compulsivo. Nei locali pubblici le macchinette dei videopoker sono state sostituite dalle news slot con una regolamentazione appositamente studiata per evitare danni ai clienti. E l’ultima proposta di aprire un maggior numero di casino, si era parlato addirittura di concedere almeno una licenza a ogni regione, non ha mai avuto seguito benché fosse appoggiata da esponenti di diverse forze politiche. Sarebbe assurdo che lo Stato non fosse coerente con se stesso». Il presidente di Match Point concorda e aggiunge: «La raccolta delle scommesse sportive da parte dei siti stranieri non solo rappresenta un business illegale che fa concorrenza ai concessionari in regola con leggi, ma funge da specchietto per convogliare i clienti su altri giochi vietati in Italia. E quindi l’Aams ha oscurato anche i siti, apparentemente in regola, che rimandavano direttamente o indirettamente a quelli con offerte illegali. Innanzi tutto la tutela del giocatore».
Lo scandalo del calcio non ha inciso sul movimento delle scommesse sportive che, dopo la chiusura del campionato di A e in presenza solo delle partite di B, ha accusato una flessione fisiologica. La credibilità del banco è fuori discussione, minore invece è la fiducia nelle istituzioni. Al Mondiale di Germania il compito di regalare nuove soddisfazioni a un settore che segna, di mese in mese, dati record con particolare riguardo alle scommesse via internet. A proposito di sport pulito. Il Ct del ciclismo Ballerini ha rilasciato una dichiarazione sulle polemiche che hanno costretto la Federazione ad aprire una inchiesta sulle accuse di Simoni a Basso: «Non è più tempo di accordi o gesti di cavalleria. Gli appassionati vogliono competizione chiare e nette, senza possibilità di cattivi pensieri».

È questa anche la posizione dell’Aams che ha raddoppiato, nel giro di un anno, la raccolta su “Big Race”, la scommessa al totalizzatore sul Giro d’Italia: 1,2 milioni di euro contro 0,6 dello scorso anno. Non solo calcio, a dirla tutta.

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