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Il poker di Shevchenko sultano di Istanbul

Franco Ordine

nostro inviato a Istanbul

Una raffica di Milan. Anzi, una raffica di Shevchenko. Uno, due, tre, quattro colpi dell’attaccante Pallone d’oro riducono in cenere il Fenerbahce e le sue ambizioni di qualificazione. Sono una sequenza strepitosa e offrono una immagine di potenza calcistica senza pari. Ai quattro gol bisogna aggiungere gli altri tre o quattro mancati dallo stesso Shevchenko, Gilardino, Rui Costa e Seedorf. Invece di una storica goleada arriva un prezioso 0-4 che tappa la bocca all’Europa intera e alla parte di Italia critica dopo la sconfitta di Firenze. Il Milan è vivo e Shevchenko, il suo eroe, lotta insieme a lui. Peccato che l’impresa di ieri sera non serva al Milan per la qualificazione matematica. C’è bisogno adesso di un pareggio contro lo Schalke 04 nell’ultimo giro di valzer del girone. Ha fatto bella figura il calcio italiano, ieri sera, non solo il suo patron Silvio Berlusconi.
Sotto la pioggia, un altro diluvio, il Milan scopre che la strada della qualificazione è tutta in salita. E non solo perché lo stadio del Fenerbahce è una polveriera (sparano musica per eccitare gli animi durante la partita) e sull’erba umida bisogna avere fisico oltre che cuore per resistere agli assalti dei turchi. Al primo scatto da quattrocentista, poi, si infortuna anche Kakà, una delle armi a disposizione di Ancelotti, il magico eversore dell’andata.
Mentre Rui Costa si scalda sotto gli occhi di Ancelotti, in dieci perciò, il Milan conosce il sapore forte del gol del vantaggio. Si tratta di un chirurgico lancio di Seedorf, infilato tra difensore e Shevchenko, bravissimo nel piazzarsi davanti, coprendo la palla per percorrere quei trenta metri che lo consegnano alla cronaca: piatto a incrociare alle spalle del portiere. Vista e rivista, l’azione combinata ripropone lo schema di un anno fa a Barcellona quando l’ucraino aprì in due, come una scatola, la difesa di Rijkaard.
Il vantaggio restituisce al Milan la sicurezza dei suoi momenti migliori. Anche il gioco ne trova giovamento specie quando Pirlo e Seedorf, i due orchestrali di maggior talento, suonano una musica efficace. È un peccato, a quel punto, che la squadra di Ancelotti sprechi l’occasione per mettere il Fenerbahce con le spalle al muro. Su un triangolo secco con Simic, Gilardino di testa scheggia il palo esterno, più tardi uno sciagurato Rui Costa spreca la migliore delle occasioni (assist di Seedorf) alzando sulla traversa una palletta comoda comoda.
I turchi rimettono piede nel finale della prima frazione dalle parti di Dida, con qualche assolo di Turkay e qualche cross dalla destra che impegnano a fondo Nesta e Maldini nel gioco aereo contro Anelka.
Nella ripresa il Milan riesce a fare a fettine il Fenerbahce e a rosolarlo allo spiedo di contropiedi spettacolari. È una lezione di calcio totale che riscuote gli applausi e i consensi dello stadio turco stregato dalle veroniche dei rossoneri. Shevchenko non si ferma, anzi tracima nei secondi 45 minuti con una sequenza da lasciare tutti allibiti, con il pubblico turco che si alza ad applaudire Sheva al quarto gol personale e poi al 90’, una standing ovation che ricorda quella di sabato a Madrid quando il Barça ha umiliato il Real.
Il secondo squillo è un colpo strepitoso di biliardo su passaggio di Gilardino, il terzo una conclusione di una geometrica combinazione con Seedorf e Serginho, il quarto lo sfruttamento intensivo di una palla vagante recuperata da Vieri. Istanbul non evoca più streghe e disastri, sconfitte laceranti e finali di coppa dall’esito inimmaginabile; Istanbul significa anche questo magnifico 4-0 scolpito sulla pelle del Fenerbahce.

Il Milan è vivo e vegeto e può rimettere piede negli ottavi di coppa Campioni.

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