Si è tolto la vita impiccandosi lunedì notte nella sua cella del braccio G9 del carcere romano di Rebibbia Nuovo Complesso. La vittima era un cittadino polacco di 26 anni, Y.O., era da 13 mesi in attesa di essere giudicato per un duplice omicidio. A darne notizia, in una nota il Garante regionale dei diritti dei detenuti, Angiolo Marroni. «Questa morte è la conferma di come, a volte, i tempi della giustizia possano essere drammaticamente lunghi - spiega - e di come siano necessarie misure di supporto e accompagnamento per coloro che entrano in carcere». Secondo le informazioni in possesso del garante, luomo era entrato in carcere ad aprile 2006 accusato di un duplice omicidio di cui si era dichiarato innocente. In questi mesi a Rebibbia il cittadino polacco - approdato in Italia da cinque anni e con una figlia di sette in Polonia - occupava una cella singola e lavorava come imbianchino. Sempre a quanto risulta al Garante, luomo non era sottoposto a particolari misure di sicurezza e non aveva mai chiesto colloqui con gli psicologi e con gli educatori. Ad accorgersi della morte, laltra notte, un agente di polizia penitenziaria nel corso di un giro di controllo.
«A quanto ci risulta - ha aggiunto Marroni - questo ragazzo non aveva manifestato esigenze particolari tali da richiedere sorveglianze speciali, e tuttavia è probabile che il peso di unaccusa di cui si dichiarava estraneo alla lunga lo abbia schiacciato».
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