Gentile Direttore,
scrivo a lei perché costretto a rispondere al signor Gianfranco Fabbri che ha pubblicato sul suo quotidiano dell1 aprile 2008, alla pagina 37, un pezzo sull'ippica nel quale vengo tirato in ballo a proposito di una polemica iniziata dal signor Lenza di Pontecagnano su di un quotidiano ippico specializzato: Trotto sportsman. La questione riguarda il fondo investimenti ippodromi che ha trovato una nuova regolamentazione in un protocollo d'intesa che io, insieme ad altri, ho sottoscritto quale presidente di Federippodromi a dicembre. Secondo Gianfrano Fabbri io avrei compiuto una «faticosa arrampicata sugli specchi» per giustificare il contenuto del documento di cui sopra.
Gianfranco Fabbri muove da alti concetti e spezza il pane della sua cultura con un incipit che spaventa i poveri ignoranti. «Extra Ecclessiam nulla salus», dice Fabbri e soggiunge: è il motto dei Gesuiti. Io, non per fare il pignolo, la sapevo diversa; il motto della compagnia fondata da Ignazio da Loyola mi pare fosse Perinde ac cadaver (per altri, invero, Ad maiorem Dei gloriam), nel mentre quella citata da Fabbri pare sia una frase di San Cipriano da Cartagine (circa 210 d.c.) autore di De Ecclesiae unitate.
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