La polemica «Mou uomo spettacolo ma antipatico»

Mourinho l’ha scampata con il giudice sportivo, ma non sa cosa l’attende a Catania. Se ne starà in tribuna come l’anno passato, guarda caso anche allora squalificato, e chissà non gli arrivino i dolcini locali che servirono a stemperare animi focosi e parole pesanti intercorse con l’ad Pietro Lo Monaco. Guarda ancora il caso, ma forse non è un caso, anche stavolta Lo Monaco non ha tenuto la lingua a freno (potrebbero insegnarglielo) e adesso c’è il rischio di appiccare un incendio e tanta polemica: non se ne sentiva la mancanza.
Ma andiamo per gradi: Mourinho ha scampato il primo pericolo proprio ieri, quando il giudice non ha preso provvedimenti circa quel suo sbracciarsi, urlare, dirigere l’Inter, contro il Genoa, dalla tribuna Executive di San Siro. Insomma Baresi era in panca solo per scommessa, e per un minimo senso delle apparenze e Mou a dirigere, lontano non più di dieci metri dal recinto del campo. Niente di male, se non ci fosse stato un pericoloso precedente sollevato a Cremona dopo che il tecnico della squadra lombarda, Roberto Venturato - già squalificato - ha dovuto scontare un ulteriore turno per aver comunicato dalla tribuna con i suoi collaboratori attraverso un telefono cellulare.
Il giudice in questi casi interviene solo se gli ispettori della procura federale ritengono non leciti i comportamenti e li segnalano: nel caso di Inter-Genoa, quindi, nessuna segnalazione in merito dovrebbe essere giunta dagli inviati che presidiano le panchine. E Mourinho, che in occasione di Inter-Sampdoria si era scagliato proprio contro gli uomini della Procura, stavolta dovrà ringraziare per la disattenzione: lo ha visto tutta Italia in tv, gran parte della gente nello stadio, ma non i messi federali. Magari stufi di dover segnalare le sue intemperanze.
Risolto il primo caso, resta il secondo. A Catania l’ad ha detto le solite parole di troppo. Ha appiccato un focherello, che potrebbe diventare incendio se qualcuno prenderà alla lettera le sue parole. Non sarà certo atmosfera da “amici miei”. Leggere per capire: «Mi auguro vivamente che il pubblico di Catania si comporti alla grandissima così come ha sempre fatto. Devo dire, anche, che il personaggio attira un po’ gli strali del popolo. Ma Mourinho è un uomo di spettacolo, ha basato tutta la sua vita sullo spettacolo e penso sia cosciente di quello che potrebbe succedere e non si scandalizzerebbe molto...».
Veramente si scandalizzerebbe il resto d’Italia, nel caso si passasse dagli scherzi fra uomini di spettacolo ad altro. Anche perché Lo Monaco è stato chiaro nei suoi eccessi (è già in pole position per una squalifica): «Mourinho è un personaggio che non attira simpatie. Tra noi non ci sono mai stati rapporti e non abbiamo alcun interesse ad allacciarli. Però non siamo all’asilo infantile, abbiamo i capelli bianchi. E se dovesse andar via dall’Italia, non ci taglieremmo le vene. Spero solo che la partita sia diretta in modo equo». Chissà se l’Inter anche stavolta griderà al complotto. L’allusione all’arbitraggio dice che pochi credono ad una capolista “oltraggiata” dai fischietti. Semmai il contrario. Comunque anche per l’arbitro venerdì non sarà una bella serata allo stadio Massimino. E che i dirigenti preparino la partita in questo modo è segnale dello scarso rispetto per tutti.
Cosa dire, infatti, delle ultime parole famose di Lo Monaco? Sentite un po’. «Mi auguro - ha ribadito - che ci sia un comportamento civile da parte di tutti i nostri tifosi e di conseguenza che ci sia anche un comportamento civile degli attori...». A questo punto c’è da rivalutare perfino il bon ton di Mourinho.

D’accordo che in Italia siamo abituati ai messaggi trasversali, a certi modi di parlare che in Sicilia capiscono al volo, ma siamo alla replica dello straparlare dell’anno scorso. Ci sarebbe materiale per il giudice sportivo. E se succedesse qualcosa di sgradevole, a chi andrebbero attribuite le colpe? Mourinho sarà un diavolo, ma nel calcio c’è di peggio.

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