La polemica Repubblica sì e il Giornale no?

Anche ieri, in redazione, è stata una processione: il postino con una cinquantina di buste, quasi tutte con un solo tagliando, e poi decine di lettori, facce perbene, bella gente, con il loro bravo tagliandino in mano e la voglia di partecipare al nostro gioco, consapevoli che si tratta di un gioco, come scritto fin dal primo giorno. Se poi qualcuno lo prende sul serio, problemi suoi.
Nei giorni scorsi, ci siamo chiariti sul punto anche con Enrico Musso, anche ospitando un suo duro intervento. Ben consapevoli che remiamo dalla stessa parte per cercare di mandare a casa Marta Vincenzi e dare un’altra prospettiva alla nostra città.
I tagliandini - che ieri hanno toccato quota 3071 - possono piacere oppure no (ed è ovviamente legittimo che non piacciano, una persona che stimo, ieri, era quasi indignata per i tagliandini), si può avere voglia di giocare oppure no (ed è ovviamente legittimo non averne voglia), ma mi pare incredibile che tutta questa agitazione arrivi solo ora che fa un gioco il Giornale, mentre quando lo faceva Repubblica-Il lavoro per indicare i candidati favoriti nelle liste bloccate per le politiche (fra l’altro, a pochi mesi di distanza e non a due anni dalle votazioni) non solo il gioco piaceva, ma era addirittura consigliato agli amici. E nessuno degli indignati speciali di oggi storceva il sopracciglio. Forse perchè Repubblica è più giornale da salotti del Giornale?
Enrico Musso - che io, a scanso di equivoci, sogno di vedere nel governo della Repubblica italiana perchè penso sarebbe un ottimo ministro o sottosegretario nella squadra di Berlusconi - ha scritto che «nelle votazioni via internet viene rispettato il principio democratico “una testa, un voto“».
Ecco, però non vorrei Musso sottosegretario o ministro del web. Perchè l’idea che internet sia scientifico e i tagliandini no è semplicemente risibile. I tagliandini, con la possibilità di votare anche con più copie dello stesso giorno e per più giorni, chiaramente non lo sono. Ma internet è peggio. Il nostro Federico Casabella ieri ha ben spiegato come sia possibile rivotare anche mille volte con un semplice colpo di clic (fra ctrl, shift e canc, non chiedetemi come, basta leggere pagina 43 del Giornale di ieri), e su Europa e sul Corriere di ieri la storia di come in un sondaggio dei giovani del Pd, più di tre quarti dei voti fossero arrivati dagli stessi tre indirizzi internet.

Morale: «Il campione non è in alcun modo rappresentativo secondo le regole della statistica, Inoltre in rete i sistemi di protezione sono facilmente aggirabili e quindi i sondaggi sono alterabili». Parola del blogger piddino Mario Adinolfi.
Ma forse è molto più semplice prendersela con un gioco. Del Giornale, però.

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