Roma - «Il ponte del 17 marzo? Sarebbe pericolosissimo. In un momento di crisi come questo come fai a fare il ponte?». Il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, ieri ha ripetuto anche fuori da Palazzo Chigi ciò che aveva sostenuto durante il Consiglio dei ministri. Che non è riuscito a raggiungere una determinazione univoca sull’opportunità di confermare il giorno di festa per celebrare il 150simo dell’Unità d’Italia.
Gli esponenti del Carroccio come il ministro Calderoli hanno ribadito le proprie perplessità non solo in materia economica ma anche nel merito stesso dei festeggiamenti. L’idea di far fermare il Paese per un giorno lavorativo (ma potrebbero diventare almeno tre visto che il 17 marzo cade di giovedì) garba poco anche a ministri meno «federalisti » di quelli della Lega Nord. Come il titolare dello Sviluppo economico, Paolo Romani, che non è rimasto insensibile all’appello lanciato dal presidente di Confindustria Marcegaglia secondo cui «4 miliardi di costi aggiuntivi» per le imprese sono troppi.
Sulla stessa lunghezza d’onda il ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, maggiormente propensa a celebrare la ricorrenza con lezioni speciali e altri eventi. Non a chiudere le scuole. Dall’altra parte, invece, si sono schierati i componenti di provenienza An come il coordinatore Pdl Ignazio La Russa e il ministro della Gioventù Giorgia Meloni. Il titolare della Difesa ha precisato che ormai il giorno festivo è stato decretato e indietro non si torna.
Un’eventuale marcia indietro vedrebbe il loro voto contrario. Legittime le preoccupazioni: non si può regalare ai finiani un tema molto sentito a destra. A stemperare le tensioni, come al solito, ci ha pensato il sottosegretario, Gianni Letta. Anche se,un po’ a sorpresa, non si è schierato apertamente per la festa, pur essendo presidente del comitato dei ministri che si occupano della vicenda.
«Ragioniamo, dobbiamo considerare anche l’opinione espressa da Giuliano Amato », avrebbe detto secondo quanto riferito da alcuni partecipanti. I dubbi espressi dall’ex premier e presidente del comitato dei garanti per le celebrazioni non lo hanno lasciato insensibile.
E così, alla fine, il premier Silvio Berlusconi ha optato per il rinvio. «Non mi aspettavo tutte queste pressioni da parte di Confindustria e di altre associazioni, cerchiamo di capire cosa fare», avrebbe sottolineato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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