Claudia Passa
«Non abbiamo la bacchetta magica, ma organizzando meglio gli spazi e il lavoro del personale si può fare tanto». Non ha la bacchetta magica Umberto Montaguti, direttore generale dell’Umberto I, e ha tenuto a specificarlo illustrando a un quotidiano il progetto di ristrutturazione del Dea (dipartimento emergenza e accettazione) del Policlinico. Ma avrebbe a disposizione qualcosa che a una bacchetta magica somiglia parecchio. Ovvero uno stanziamento governativo di oltre 102 milioni di euro, circa 200 miliardi delle vecchie lire, già previsto in Finanziaria, che rischia di cadere nel vuoto se i vertici del nosocomio non si decideranno a presentare il relativo progetto, che riguarderebbe la ristrutturazione complessiva dei padiglioni.
Dopo la diffusione dei dati sul record della contrazione di accreditamenti privati conseguito dal Lazio negli anni della Giunta Storace, arriva ancora dal ministero un nuovo dato che sbugiarda la propaganda della sinistra sul governo «cattivo» che affama le «virtuose» amministrazioni locali. Del maxi-finanziamento «straordinario» per l’Umberto I (già previsto nella manovra 2004-2005 con tanto di progetto presentato dalla precedente gestione, poi caduto nel vuoto nelle more dell’insediamento della nuova Giunta regionale) s’è parlato anche a ottobre, in un incontro alla presenza del sottosegretario alla Salute Cesare Cursi, dell’assessore regionale alla Sanità Augusto Battaglia e dei suoi tecnici, del direttore Montaguti e di Luigi Frati, prorettore vicario de La Sapienza e preside della prima facoltà di Medicina.
«Con i diretti interessati abbiamo parlato di questi fondi a disposizione del Policlinico - spiega Cursi -, ma ad oggi siamo ancora in attesa di ricevere la documentazione per predisporre un intervento integrato che consenta di utilizzare quella cifra». Non è arrivato nulla. Nessun progetto, nessun piano che consentisse di avviare il procedimento di erogazione dei fondi già previsti. Un ritardo che al ministero non riescono a spiegarsi, specie quando poi ci si sofferma sugli annunci a nove colonne per interventi previsti dall’articolo 20 della legge 67/1988, che riguarda sia le infrastrutture che l’acquisto di apparecchiature sanitarie, e che in parte verranno realizzati con fondi del governo nazionale.
La vicenda rievoca quanto accaduto a livello comunale con i fondi di Roma Capitale: milioni di euro stanziati dall’Esecutivo e finiti in progetti mai realizzati, mentre in Campidoglio non perdono occasione per accusare il governo. Per il Policlinico il rischio è concreto. E i tempi stringono: a gennaio, infatti - spiega Cursi -, «è previsto lo scioglimento delle Camere, che da quel momento in poi potranno occuparsi solo dell’ordinaria amministrazione». Se entro breve tempo non arriverà alcun progetto, la disponibilità finanziaria del governo per la ristrutturazione dell’Umberto I cadrà nel vuoto. E per la sanità del Lazio non sarà una bella pagina.
«Ad oggi - insiste il sottosegretario alla Salute - registriamo il ritardo da parte della nuova amministrazione regionale nel predisporre questa documentaziome.
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