Policlinico, nuove consulenze d’oro

Antonella Aldrighetti

La politica gestionale del policlinico Umberto I viaggia su un doppio binario: da una parte la crescita spaventosa del deficit finanziario che, come si evince dalla recentissima relazione della direzione generale sul bilancio 2005, ha superato i 250 milioni di euro. Dall’altra invece, l’incremento degli impegni economici dedicati al personale dirigente acquisito con contratti a tempo determinato. Perché per questi ultimi 6 mesi dell’anno si supera il milione di euro: 1.077.000 euro per l’esattezza.
A sorprendere i sindacati infatti, dato l’attuale disavanzo, non è più il deficit (che viene reputato un dato strutturale destinato a crescere in mancanza di un serio programma di rientro) ma l’incongruenza che emerge analizzando l’ultimo pacchetto di delibere firmate dal manager del Policlinico, Ubaldo Montaguti. Si tratta di 15 atti licenziati nell’ultima stagione, relativi a 13 contratti ad personam per l’ingaggio di esperti esterni all’amministrazione e altri 2 atti che riguardano rispettivamente 21 rinnovi di professionisti co.co.co e altrettanti 14. Per un totale di 48 assunzioni a tempo determinato. Ed è proprio questo conteggio che lascia spazio alle critiche, dato che «sembra quasi che manchino i professionisti al Policlinico quando invece - commenta seccato il segretario regionale della Cisas, Giuseppe Polinari - le professionalità ci sono eccome. Basterebbe indire un bando interno all’azienda e affidare, in base alla successiva graduatoria, gli incarichi che invece adesso vengono affidati all’esterno con un aggravio ulteriore di spesa». Ma l’invito al risparmio sembra non avere successo, tanto che Polinari lancia l’idea di «scrivere il libro bianco degli sprechi considerato che ormai il numero dei contratti a tempo determinato, dei co.co.co. e dei semplici consulenti esterni è così abbondante da non lasciare spazio a conteggi precisi. Tra i contratti rinnovati in questi ultimi giorni ovviamente si dovrebbero annoverare anche tutti quelli già sottoscritti dal direttore Montaguti e vincolati a due, tre e 5 anni: verrebbe fuori una cifra almeno tripla rispetto a quella conteggiata da giugno a dicembre».
Ma l’elenco delle incongruenze non si ferma qui. Risulta bizzarro, ad esempio, che sia lo stesso Montaguti a indicare, tra le cause del deficit, proprio l’esubero di personale. Poi ci sarebbe, sempre secondo il general manager, «l’affidamento di contratti di consulenza superpagati», senza contare la definizione del nosocomio universitario come «un’azienda carente di quadri amministrativi adeguati, con altre carenze diffuse a livello di programmazione e controllo strategico». Digressioni che fanno storcere il naso al segretario regionale della Fials Confsal, Gianni Romano, che sostiene: «Non si è ancora compreso dove inizia e dove finisce la contraddittorietà della politica gestionale del direttore generale. Da un lato vorrebbe risparmiare parlando di esuberi, dall’altro chiama esperti extraregionali tra cui, guarda caso, non mancano quelli dell’Emilia Romagna, sua terra natale». Ma le critiche non finiscono qui.

«È grave - ribadisce Romano - che Montaguti abbia licenziato la delibera con il rendiconto 2005 quando ancora non è in possesso della relazione di conformità del collegio dei sindaci revisori dei conti». Ma per il manager ha rilievo esclusivo il parere della regione Lazio. Un parere che anche i sindacati aspettano con ansia.

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