Policlinico, ora la Cgil rimpiange Storace

Policlinico, ora la Cgil rimpiange Storace

Antonella Aldrighetti

Il dado non è ancora tratto, e già all’Umberto I si prefigura una stagione di scontro. Il piano di risanamento, per adesso solo «potenziale», che il nuovo manager del policlinico universitario Ubaldo Montaguti ambisce di attuare in tempi brevi, va stretto alla Cgil.
Appena due giorni fa, durante l’assemblea pubblica con gli operatori sanitari tenutasi nel nosocomio e indetta dal direttore generale, alcuni esponenti del sindacato di Epifani si sono lasciati scappare e nemmeno troppo velatamente di rimpiangere la giunta Storace. Le dichiarazioni del manager sull’indebitamento dell’azienda, sull’eclatante esubero di personale rispetto ai posti letto, sul fatto che il nosocomio ormai è un ospedale di «serie C» e che, in questa situazione, può far concorrenza solo ai poli di Terracina e Pontecorvo, hanno fatto saltare la mosca al naso ai cigiellini. Tanto che in più riprese le Rsu hanno ritenuto opportuno interrogare Montaguti su quale sia il piano da attuare. Atto aziendale e pianta organica inclusi.
Stessa solfa anche dal segretario della Cisas università, Giuseppe Polinari. Ma in tutta risposta il manager ha tirato dritto confrontando numeri e cifre tra policlinico e la struttura ospedaliera della quale fino a tre mesi era a capo. «All’Arcispedale universitario Sant’Anna di Ferrara - ha detto - c’erano 2.400 operatori per 1.000 posti letto, qui ne ho trovati 7.000 per soli 1.500». Che all’orizzonte si profili un autunno di tagli al personale, rispedendo alla Sapienza gli amministrativi distaccati al Policlinico? «Ci piacerebbe fare un accordo con la giunta di sinistra alla stessa stregua di quello stipulato con Storace, senza esuberi» ha tagliato corto Pierpaolo Coluccia, dirigente regionale della Cgil-università. Mentre il suo «compagno di squadra» Gino Giustini ha replicato che «sono le consulenze esterne il male da curare. È inutile - ha incalzato Giustini - creare da zero dei dipartimenti per metterci a capo qualcuno in particolare quando il resto del settore è un vuoto a perdere».
Allusioni che però lasciano il tempo che trovano, perché Ubaldo Montaguti sembra non avere alcuna intenzione di lasciarsi «intimorire» tenendo alto il vessillo del «combattente che non cederà di un passo sul da farsi» (sono parole sue). E ancora da «inguaribile ottimista», come ama definirsi, recita un verso di una canzone di Fabrizio De Andrè: «Dal letame nascono i fiori», convinto che «si riusciranno a fare cose positive per riportare in alto il nome dell’Umberto I».
Se è questa la partenza del neo-direttore, da qui a breve ci potranno essere delle sorprese sul piano di risanamento che porrà al vaglio della Regione. Idea che non esclude la Fials-Confsal sostenendo che «sarà il presidente Piero Marrazzo l’interlocutore sindacale per eccellenza con il comparto ospedaliero. Starà a lui stemperare la tensione degli operatori sanitari soprattutto dopo le aspre critiche della direzione all’azienda universitaria - ha chiosato il segretario regionale Gianni Romano -. Il policlinico è un fiore all’occhiello della sanità e centro d’eccellenza.

I professionisti sono coloro che hanno reso possibile la diffusione di metodologie cliniche d’avanguardia in altri Paesi europei, per cui l’analisi strategica sull’ospedale di serie C poggia su basi inconsistenti».
Mercoledì il «caso Umberto I» sarà sul tavolo del consiglio d’amministrazione della Sapienza.

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