Tra una settimana, e precisamente il 24 settembre, scadranno i termini della gara dappalto per lassegnazione dei lavori di rifacimento del piano ipogeo del policlinico Umberto I, ma i pronostici fatti da «radio corsia» non depongono a favore della scadenza. Anzi, secondo le voci più pessimiste ci sarà unaltra proroga per limare le ultime incongruenze progettuali.
Se così fosse sarebbe il quinto posticipo perché la gara inizialmente doveva concludersi - come aveva previsto il governatore del Lazio Piero Marrazzo - nei primi giorni di agosto, poi il primo settembre, successivamente è stata prorogata al 14 e dopo spostata al 24. A ragion veduta però perché se si vanno a considerare gli appunti che proprio la Regione Lazio muove al general manager del nosocomio universitario, Ubaldo Montaguti, ci si rende conto che le previsioni di una proroga non sono neppure troppo peregrine.
Infatti la stessa direzione del Dipartimento di edilizia dellassessorato alla Sanità, progetto definitivo alla mano, punta lindice sia sulle scelte tecniche e murarie sia su quelle finanziarie facendo osservazioni sui costi indicati per determinati materiali nonché sul fatto che «la stima dei costi comporta da sola circa 4 milioni di euro, pari a oltre il 20 per cento dellimporto dei lavori». Vale a dire che se questo è solo il preventivo di spesa, a cose fatte, limpegno finale potrebbe sforare di gran lunga il finanziamento regionale a disposizione: i famigerati 28 milioni di euro che però dovranno servire pure per lo smaltimento delle strutture in cemento-amianto ancora presenti nellospedale, tra tubature e cassoni dellacqua. E sulla base di queste contraddizioni progettuali è naturale che la Regione ponga laccento sul fatto che «essendo stato previsto un appalto di circa 17 milioni e 400 mila euro, non è possibile valutare la congruità economica dellintervento sulla base del computo estimativo presentato».
Con questa premessa il Nucleo di valutazione regionale fa infatti esplicita richiesta, al manager dellUmberto I, di una documentazione esaustiva che possa soddisfare «la corretta gestione dellappalto». Ma non è finita qui. Infatti, lo stesso Nucleo di valutazione va a criticare anche lintero progetto di riorganizzazione e ristrutturazione dellospedale - quello presentato coram populo a febbraio 2006 da Marrazzo, Montaguti e addirittura dal sindaco Walter Veltroni -. Così un anno e mezzo fa, sul «progettone» che doveva impegnare finanche 850 milioni di euro, sembravano tutti daccordo tantè che il lavoro racchiudeva una sorta di manifesto politico della buona sanità. Ora però qualcuno ha cambiato idea. E questi sarebbero i reali motivi. Nel planning non sono indicati gli importi dei finanziamenti oltre ai 103 milioni di euro elargiti dallex governo Berlusconi, non sono precisati gli interventi sul complesso dellex Istituto Regina Elena e, non ultimo, manca di fatto la posizione delluniversità La Sapienza (titolare del comodato duso gratuito dellintero complesso di proprietà demaniale) sul progetto globale.
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