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Politica e televisione: i casi "Ballarò" e "Matrix" Stasera tocca a Santoro: DISCUTINE CON NOI

A Matrix si parla dell’accanimento dei giudici milanesi contro Berlu­sconi. Il vicedirettore del Tg5 commenta: "Se il gover­no cadrà e si andrà a elezioni sarà per un’inchiesta penale co­m’è accaduto troppe volte in questi 15 anni". Severgnini non approva e lascia lo studio. Martedì il "caso" Floris. Stasera, ad Annozero, Santoro si occuperà del "caso Ruby". Leggi la cronaca a caldo e dì la tua alla fine della trasmissione

Politica e televisione: i casi "Ballarò" e "Matrix" 
Stasera tocca a Santoro: DISCUTINE CON NOI

Qualche attenuante la si può concedere a Giovanni Flo­ris e forse anche a Beppe Sever­gnini. Il momento politico è tur­binoso. Gli animi sono surriscal­dati. E la tensione è palpabile, perché ogni momento può esse­re qu­ello dell’auspicata capitola­zione. Così, nell’eccitazione di queste ore, conservare lucidità e nervi saldi può essere difficile, c’è da capirli. Però c’è un però. Proviamo a pensare che figuro­ne­ avrebbe fatto un paziente Flo­ris a raccogliere - chissà, chi può dirlo - l’ennesimo sfogo in diret­ta del premier. O magari poteva essere una notizia, un annun­cio? Non lo sappiamo, non lo sa­premo. E che dimostrazione di aplomb anglosassone avrebbe dato Severgnini restando a con­frontarsi con la tesi di Matrix sul­l’ «accanimento» dei giudici mi­lanesi contro Silvio Berlusconi? Parliamo di giornalisti navigati, di grandi firme, di anchorman abituati a catalizzare milioni di telespettatori.

Lo sanno di certo: in momenti come questi l’unica bussola per districarsi nel gine­praio della politica e delle inchie­ste, dello scontro tra poteri e del gossip più o meno letale è attac­carsi al proprio mestiere. Alla semplice regola della notizia. Al­la disponibilità al dibattito con chi la pensa in altro modo. Lo di­ciamo senza voler dare lezioni a nessuno:sembra un’ovvietà.In­vece. Mettiamo che, in chiusura di un seguitissimo talk show , al cul­mine di una delle giornate politi­che più accidentate della storia recente, Silvio Berlusconi redu­ce da un faccia a faccia con Napo­litano, accerchiato e invitato da più parti a dimettersi telefoni per intervenire, magari per pro­testare su qualcosa che non gli è andato a genio. È giornalismo rimbalzarlo indietro? È essere sulla notizia rinviarlo alla prossi­ma puntata in studio? «Un ulti­mo particolare - lo ha chiamato così Floris il tentativo del pre­mier- ha telefonato Silvio Berlu­sconi... Però noi l’avevamo invi­tato... Poi dopo l’ultima espe­rienza... Lo aspettiamo martedì prossimo... Gli abbiamo detto se viene direttamente lui senza...».

Testuale. Intanto si aggirava per lo studio alla ricerca dei fogli per dare l’ultimo avviso sul paga­mento del canone che scade- co­me ogni anno e come ognun sa ma non il conduttore in quel mo­mento - il 31 gennaio. Si era alla fine del Ballarò che aveva volteg­giato per tutto i­l dopocena attor­no al caso Ruby e intercettazioni annesse, ma Berlusconi non ha potuto dire la sua. Dopo le inevi­tabili polemiche, dal suo sito Flo­ris ha fatto sapere di non essere pentito («Abbiamo pensato che fosse meglio fare così»), rintuz­zando ripensamenti e magari il rigurgito di curiosità che attana­glia quasi tutti i giornalisti dopo che hanno lasciato cadere un’oc­casione che chissà come avreb­be potuto rivelarsi. Qualche minuto dopo, altro canale altro gran rifiuto. Ospiti di Matrix ci sono il ministro per le Pari opportunità Mara Carfa­gna, Paola Concia del Pd e Fran­cesco Sisto del Pdl, in collega­mento Vittorio Sgarbi e, da Mila­no, Beppe Severgnini, editoriali­sta del Corriere della Sera.

Nel­l’editoriale Alessandro Banfi parla dell’«accanimento» dei giudici milanesi contro Berlu­sconi e dice che «se questo gover­no cadrà e si andrà a elezioni... sarà per un’inchiesta penale co­m’è accaduto troppe volte in questi quindici anni». Al ritorno in studio, però, Alessio Vinci an­nuncia con rammarico che, sen­za dire nulla, Severgnini ha ab­bandonato la trasmissione. C’entrerà qualcosa il fatto che Banfi ha citato a lungo l’articolo in cui Piero Ostellino criticava l’invasività delle indagini della Procura di Milano, mentre Se­vergnini si è schierato con i magi­strati? Never complain, never ex­plain (mai lamentarsi, mai dare spiegazioni), replica Severgni­ni. Chissà che figurone, chissà che aplomb . Un ultimo partico­lare, direbbe Floris.

Alè.

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