Politica economica

Bce, il giallo della frase-chiave cancellata: cosa c'era scritto

Dal comunicato della Banca centrale europea sparisce all'ultimo una frase chiave sull'inflazione al 2% nel medio-termine

Bce, il giallo della frase-chiave cancellata: cosa c'era scritto

Diventa un caso la frase-chiave sparita all'ultimo dal comunicato della Bce, all'indomani della decisione della Banca centrale europea di alzare i tassi di interesse di 50 punti base. L'espressione rimossa dalla comunicazione ufficiale ma presenta nella bozza che circolava nei giorni scorsi, nota Il Messaggero, rimandava alla necessità di "aumentare i tassi di interesse in misura significativa a un ritmo costante e a mantenerli su livelli sufficientemente restrittivi da assicurare un ritorno tempestivo dell'inflazione al suo obiettivo del 2% nel medio termine". Obiettivo irrealistico, considerando la grave situazione di incertezza scoppiata negli ultimi giorni. Secondo eurostat, Il tasso di inflazione annuo dell’area dell’euro era dell’8,6% a gennaio 2023, in calo rispetto al 9,2% di dicembre. Un anno prima, il tasso era del 5,1%.

Dopo Svb e Credit Issue sono cambiate le carte in tavola

"L'elevato livello di incertezza", spiega la Bce, rafforza l'importanza di un approccio alle decisioni sui tassi "dipendente dai dati". La Bce "monitora attentamente le attuali tensioni sui mercati" ed è "pronta a rispondere come necessario" per preservare la stabilità dei prezzi e quella finanziaria nell'Eurozona, ha comunque precisato l'istituto. Il settore bancario dell'area dell'euro è "resiliente, con forti posizioni di capitale e liquidità". Rimane il fatto che la tempesta finanziara innescata dalla Svb e poi da Credit Issue ha cambiato le carte in tavola, costringendo la Banca centrale a "rimuovere" quella frase-chiave presente nella bozza di comunicato.

Tempeste finanziaria, l'accusa di Stiglitz

Il Consiglio direttivo dell'istituto, riferisce l'agenzia Nova, ha portato il tasso sui depositi al 3 per cento, mentre quelli di rifinanziamento principale e marginale salgono rispettivamente al 3,5 e al 3,75 per cento. La scelta segnala che la Bce ha prediletto la prosecuzione della stretta di politica monetaria in chiave di lotta all'inflazione, nonostante le preoccupazioni per la stabilità dei mercati finanziari dopo il recente crollo di alcune banche statunitensi - in particolare Silicon Valley Bank - e la crisi di Credit Suisse.

"Sbagliato combattere l'inflazione con i rialzi dei tassi"

Critico Joseph Stiglitz, Nobel per l'Economia nel 2001, che in un'intervista a La Repubblica afferma: "Non mi stupisce affatto che la Bce abbia rispettato i programmi alzando i tassi di mezzo punto, incurante della tempesta finanziaria per la quale il brusco rialzo degli interessi ha una responsabilità non secondaria". Non mi stancherò di ripeterlo, ha aggiunto, "i rialzi dei tassi sono la via più sbagliata per combattere l'inflazione. Sono solo la strada più diretta e sicura per la recessione" sostiene l'economista, spiegando che "l'inflazione, ora che inevitabilmente è arrivata si combatte con tutt'altri metodi. Il rallentamento dell'attività dovuto alla fine della grande euforia post-pandemica e alla sciagurata guerra in Ucraina, è da solo un fattore anti-inflazione. E poi vanno incoraggiati gli investimenti produttivi più razionali e sensati, in grado di diffondere anche un certo grado di ottimismo, come quelli ambientali".

"La politica riprenda il controllo"

Alle critiche di Stiglitz si aggiungono quelle dell'ex ministro Giulio Tremonti, intervistato dal Sole24Ore, secondo il quale alla base di tutto c'è un errore storico, poiché si è passati dalla fase della austerity e quella della liquidity. Rispetto al 2008, osserva il professore, "c'è una differenza: solo la guerra riduce i rischi di una rottura del sistema finanziario" osserva Tremonti, che ricorda le premesse del quadro attuale. "Nell'agosto 2011 arriva in Italia la lettera dalla Bce, che decreta l'austerity e poi in Grecia la trojka".

L'ex ministro osserva che"se negli Stati Uniti la politica è rimasta viva, per la forza delle istituzioni statunitensi, in Europa, e per un perduto decennio, la politica è invece quasi morta".

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