Transizione energetica

Pure la Bce frena sulle case "green": "Direttiva da riscrivere"

La Bce critica su alcuni punti la direttiva sulla "casa green": il tema di fondo è legato alla difficile armonizzazione tra i sistemi energetici d'Europa

Pure la Bce frena sulle case "green": "Direttiva da riscrivere"

Criteri molto elusivi, difficoltà di armonizzazione e problemi di difformità tra i sistemi economici: la Banca centrale europea (Bce) esprime alcuni dubbi sulla controversa "riforma green" sull'efficienza energetica delle case.

Non si tratta di una bocciatura, ma le osservazioni della Bce sulla direttiva del dicembre 2021 sul tema casa sono meritorie di attenzione. La Bce esprime, in una lettera aperta di motivazione della sua posizione, quattro rilievi sul tema della direttiva della casa.

La Bce sostiene apertamente l'idea di migliorare i certificati di prestazione energetica negli edifici europei, ma in primo luogo rileva l'eterogeneità delle normative nazionali oggi in vigore, dato che ogni Stato ha grande differenza nel definire la sua classe energetica e, a livello di mercato, si pone una grande problematica di interpretazione dei dati.

In secondo luogo l'Eurotower rileva che la direttiva è chiara nello stabilire i criteri comuni per la definizione del meglio e del peggio dell'efficienza degli edifici, indicando come classe energetica G il 15% peggiore e come classe energetica A il 15% migliore. "Questo implica che il il 15% più povero degli edifici avrebbe prestazioni energetiche reali molto diverse tra gli Stati membri Stati membri, il che riduce notevolmente la reale comparabilità all'interno dell'Unione", sottolinea la Bce.

Terzo punto, questo apre a una difficoltà nei movimenti di capitale al settore immobilaire, dato che ovviamente la soglia più bassa in un Paese a ridotta attenzione alla transizione energetica come la Polonia non sarebbe quella della Danimarca e dell'Olanda. Trasformare di una classe energetica una casa laddove il punto di partenza è più basso apparirebbe meno costoso, sfavorendo paradossalmente chi è messo meglio nell'efficienza energetica.

Quarto punto, è necessario valutare le differenze del patrimonio immobiliare dei vari paesi dell'unione a partire dalla età degli immobili per ottimizzare le priorità degli Stati, a cui è lasciata eccessiva discrezionalità nell'includere o escludere degli edifici dal raggio d'azione della direttiva.

L'obiettivo della Bce è proporre un framework condiviso che eviti alle istituzioni finanziarie e alle imprese di cadere nel rischio di credito e per investire in maniera ottimale nel mercato. Questo è funzionale anche a mantenre ordinato il mercato dei mutui: la Bce rileva "come una quota significativa delle garanzie utilizzate da controparti in operazioni di politica monetaria è costituito da attività finanziarie garantite da immobili sottoposti a mutui" per interventi di riqualificazione o efficientamento il cui valore deve rimanere certo.

La lettura della Bce è di stretta natura economico-finanziaria, frutto dell'ufficio studi diretto dall'irlandese Philip Lane, ma l'attenzione sul tema è tale da meritare attenzione politica. E lascia emergere nuovi dubbi sul tema della riforma che nelle prossime settimane sarà all'esame del Parlamento Europeo. "Questa presa di posizione è la prova delle nostre ragioni. Da giorni sosteniamo che l'onere di questa scelta sarebbe punitivo, fortemente punitivo, nei riguardi dei proprietari di immobili italiani. Si tratta di una decisione assunta senza tener conto delle realtà dei singoli paesi e della attuale fase di congiuntura economica", dichiara il senatore di Fratelli d'Italia Nicola Calandrini, presidente della Commissione Bilancio di Palazzo Madama. Il governo italiano chiede da tempo di revisionare le posizioni dell'Ue su questa direttiva e ora Calandrini rilancia le parole dell'Eurotower come monito.

"La direttiva non teneva conto delle differenze del patrimonio immobiliare dei vari paesi dell'unione a partire dalla età degli immobili. Hanno vinto le ragioni davanti a prese di posizioni spesso viziate di ideologia", conclude l'esponente di Fdi, che apre un fronte politico non secondario. Sicuramente, le attenzioni del Partito popolare europeo, dei Conservatori e riformisti e della maggioranza di centrodestra italiana a una revisione della norma hanno ricevuto un assist dagli appunti Bce.

Da tenere in conto quando si tratterà di portare all'incasso una riforma sostenibile.

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